Folclore sud coreano: miti e leggende del Sud Corea. Tra villaggi folcloristici e mitologia sud coreana. Chi è il Goblin e la Gumiho?
In Italia abbiamo molte leggende e miti sulla fondazione di città: il Mito della Lupa (fondazione di Roma) oppure la nascita di Napoli con il Mito di Partenope.
Folklore, leggende e miti di cui è “piena” anche la penisola coreana. Secondo il mito come è nata dunque la Corea?
“Partendo dalle stesse mitiche origini della nazione coreana, dal territorio e dalla lingua fino alla difficile situazione geopolitica attuale, l’autore dipinge la grande avventura di un popolo di antica civiltà che, occupando da sempre un posto fondamentale nello scacchiere geopolitico dell’Estremo oriente, ha contribuito considerevolmente a formare quella cultura giapponese oggi nel mondo ben più conosciuta e apprezzata”
Mito vuole che a fondare Gojoseon (l’antico regno Joseon, primo regno della penisola coreana), sia stato Dangun Wanggeom nel 2333 a.C.
Egli era figlio di una bellissima quanto leggendaria Ungnyeo, diventata umana dopo aver pregato e vinto la sfida postagli dal figlio del Cielo Hwanung.
Ella era una DonnaOrso divenuta definitivamente umana dopo aver passato cento giorni senza vedere la luce del sole e nutrendosi esclusivamente di venti spicchi di aglio che Hwanung le aveva dato.
Insieme a lei anche la Tigre voleva disperatamente diventare umano ma non passò la “prova del figlio del Cielo”.
Così Ungnyeo a poco a poco cadde nella morsa della solitudine e disperatamente pregò ancora Hwanung affinché le desse un figlio.
Mosso a compassione e commosso dalla sincerità di Ungnyeo, il figlio del Cielo acconsentì alla richiesta della DonnaOrso e nacque Dangun, il primo sovrano del regno Joseon.
Questa a grandissimi linee la storia che da origine ad un Paese che è sotto il mirino di interessi politici ed economici internazionali. Grazie al saggio “Storia della Corea” (ed. aggiornata) il lettore capirà molto più a fondo dinamiche, contraddizioni e problemi del “Paese ancora diviso dal muro”.
“Per secoli vaso di coccio fra vasi di ferro, la Corea sta ancora pagando per un’intrinseca debolezza e soprattutto per la protervia altrui, che proprio nel XX secolo l’ha portata prima a perdere un’indipendenza fino ad allora sempre difesa con successo e poi all’incommensurabile tragedia della divisione e della guerra fratricida. Questa nuova edizione aggiornata del volume esamina con passione e competenza il complicato percorso storico del Paese del Calmo Mattino, riuscendo a dare conto non solo dei suoi malesseri e delle sue contraddizioni, ma anche delle ragioni per cui oggi è più che mai al centro dell’interesse e delle tensioni politiche internazionali”
Oltre al mito della fondazione della Corea ci sono poi moltissime leggende che sono state rivisitate in chiave moderna da kdrama, web novel ecc
Le figure più gettonate all’interno della serialità sud coreana sono senz’altro quella del Gumiho ( My girlfriend is a gumiho, Hometown Legends ed i recenti My roomate is a gumiho e Tale of the Nine-Tailed) e del Goblin (Guardian: The Lonley and Great God ed il recente Kiss Goblin).
Il Goblin e Gumiho: storie folkloristiche a confronto
Il Gumiho, meglio conosciuta come volpe a nove code, è in realtà una figura mitologica appartenente alla sfera culturale cinese anche se tra critici e studiosi la questione dell’appartenenza è ancora apertissima.
Una leggenda molto diffusa in Asia è quella della volpe a nove code che in Cina viene chiamata Huli Jing, in Giappone Kitsune ed in Corea è conosciuta come Gumiho.
Anche in questo caso, come nel mito delle origini della penisola, ci si trova di fronte ad una figura mitologica metà animale metà umana.
La volpe a nove code può assumere infatti fattezze umane prediligendo quella femminile.
Questo perché il Gumiho, al pari delle fate nel folklore europeo, possono appartenere alle creature “buone” quanto alla sfera “cattiva” nella gerarchia celeste, utilizzando le sembianze femminili per irretire, sedurre e poi uccidere (appropriandosi di organi quali fegato e cuore), dei giovani uomini.
Nella tradizione popolare asiatica la volpe a nove code ha accezione positiva poiché rappresenta un simbolo di longevità e di energia.
Nella maggior parte dei kdrama che hanno esplorato la figura del Gumiho, infatti, la volpe a nove code viene presentata come una donna (in rari casi come un aitante uomo) che tenta di superare il suo status di mostro per diventare definitivamente un essere umano (dunque si preferisce la versione della storia molto più vicina alla concezione positiva della leggenda).
La mitologia asiatica (dunque anche coreana), come quella europea, ha profondi legami con il mondo animale, il contatto con la terra e gli elementi che contraddistinguono il pianeta su cui l’uomo vive.
Oltre la figura del Gumiho, l’altra creatura leggendaria che gli amanti dei kdrama hanno imparato a conoscere è quella del Goblin.
Goblin nel folklore europeo e Dokkaebi nel folklore asiatico
A differenza del Gumiho, il Dokkaebi (Goblin) è una figura leggendaria sud coreana che è presente anche nella tradizione folkloristica europea.
Nel folklore europeo il Goblin appartiene alla schiera di creature demoniache, molto spesso tradotto con “folletto”, la figura del Goblin ha accezione negativa ed è usato nella letteratura di genere fantasy di solito come antagonista (nel caso della saga letteraria fantasy Harry Potter essi vengono rappresentati come i “folletti della Gringott”- avari, furbi e scaltri interessati al denaro).
Nel folklore sud coreano il Dokkaebi è una figura in molti casi benevola che intercede tra gli esseri umani e gli dei delle schiere celesti. Aiuta i deboli vendicandoli di soprusi o ingiustizie subite da altri mantenendo delle caratteristiche del Goblin europeo (amante della bellezza e del lusso, malizioso e scaltro, dedito allo scherzo anche “pesante”).
Questo perché, il Goblin sud coreano, discende da una religione coreana nativa dedita allo “scacciare demoni”: byeoksa.
Il Goblin italiano: Sicilia
Nel folklore italiano ritroviamo in Sicilia la figura del Goblin. Il Goblin italiano parrebbe vivere nelle zone dell’Etna in particolare nella pianura Val Demone, che nella tradizione orale popolare italiana rappresenterebbe la valle abitata dai demoni.
In Sud Corea si è molto legati alla figura del Goblin che viene utilizzato all’interno di fiabe per bambini (se non mangi tutto arriva il Goblin e ti rapisce nella notte), ballate popolari e reinterpretato ai fini di una narrazione pop come serie tv, webtoon, webnovel e letteratura.
Ma qualsiasi sia il tipo di narrazione in cui è presente il Dokkaebi, esso nonostante sia descritto come “parzialmente innocuo” presenta una descrizione fisica in chiave demoniaca.
In Italia se si è particolarmente interessati a recuperare libri che trattano del Folklore sud coreano è possibile far riferimento ad un testo molto prezioso: “Fiabe e storie coreane” di Maurizio Riotto
Ma cosa sono le tradizioni popolari orali senza i luoghi in cui nascono? Ecco allora che di rilievo culturale sono alcuni Villaggi folkloristici tra cui quello di Hahoe (vengono tutt’ora compiute danze sciamaniche in un determinato periodo dell’anno), Nagan-ŭpsŏng e Yong-in.
Altre leggende sud coreane: