Cinematografia cinese: cosa vedere? Dai capolavori: la foresta dei pugnali volanti, lanterne rosse, agli attuali Happy Together, A Sun.
La Cina ha regalato e continua a regalare film meravigliosi.
Dalle trasposizioni di romanzi come Lanterne rosse, oppure opere di grandi registi come “quel genio indiscusso” di Wong Kar-wai, la Cina è un fonte preziosa di bellissimi film da vedere.
Una selezione, dunque, di pellicole che, tra i più noti ai meno famosi, riescono ad arricchire il panorama cinematografico mondiale.
I must have: Lanterne rosse, La foresta dei pugnali volanti, Sorgo Rosso, Vivere!, Le biciclette di Pechino e Addio mia concubina
Lanterne rosse e Sorgo Rosso sono due film che meglio rappresentano il modo in cui i registi cinesi traspongono alcuni capolavori della propria letteratura.
Entrambi diretti dal regista Zhang Yimou, essi sono rispettivamente le trasposizione dei romanzi: Mogli e concubine di Tong Su e Sorgo Rosso di Mo Yan.
Lanterne rosse: film e romanzo
“Bene o male, tutto è rappresentazione. Se reciti bene, inganni gli altri; se reciti male inganni te stessa. Se non sai ingannare neppure te stessa, non ti restano che i fantasmi”
Cina pre-rivolizionaria. Il romanzo di Tong Su (precedentemente pubblicato con il titolo Mogli e concubine) racconta le vicende di una giovane donna che, per sfuggire alla povertà, decide di diventare la quarta moglie del ricco Chen Zuoqian.
La situazione in cui si ritrova a vivere la giovane donna è però una condizione di totale sudditanza al marito che, padrone di tutto e tutti, può disporre della vita della moglie e soprattutto delle altre donne della casa, come meglio ritiene.
Ogni notte all’interno della casa le donne attendono, nelle proprie camere, la visita di Chen Zuqian.
Un romanzo crudo da “mandare giù” soprattutto per la parabola discendente folle che intraprende la giovane moglie, conscia della battaglia feroce per il “dominio” della casa, della posizione e soprattutto delle attenzioni notturne del marito.
Le implicazioni psicologiche sono innumerevoli e da questo punto di vista il film ed il regista seguono i passi compiuti dallo scrittore e dai vari personaggi cartacei, che acquisiscono, sullo schermo, ancora più presa (se mai ce ne fosse stato bisogno).
Un romanzo, poi film, che ben fa comprendere la situazione delle donne e del matrimonio negli anni ’20 in una Cina ancora pregna di strutture medioevali.
La trama del film infatti risulta molto aderente alla storia originaria da cui è tratta.
“Nel 1920 nella Cina del Nord la diciannovenne Songlian, in contrasto con la matrigna, lasciata l’università accetta di sposare il cinquantenne Chen Zuoqin, signore di un’antica casata”
Il regista di Lanterne Rosse è poi colui che ancora una volta porta sullo schermo un capolavoro della letteratura cinese: Sorgo Rosso di Mo Yan.
Una impresa mastodontica, quella di Zhang Yimou se si considerano le implicazioni del romanzo dello scrittore.
Sorgo Rosso: film e romanzo
Il romanzo Sorgo Rosso di Mo Yan è tra i capolavori indiscussi della letteratura cinese.
È un romanzo che per struttura, tipo di scrittura e contenuto, divide i lettori in due nette categorie: chi lo ama e chi lo odia.
Difficilmente infatti, quando si parla tra lettori di questo romanzo, ci sono pareri tiepidi o moderati.
Sorgo Rosso è la storia del bandito Yu Zhan’ao e della sua “non proprio ortodossa” famiglia, nella Cina nord orientale. La storia copre circa dagli anni ’20 agli anni ’70 del secolo scorso.
Storicamente dunque un romanzo che inizia proprio con il descrivere le attività dei banditi e le loro incursioni tra le distese dei campi di sorgo rosso, per incentrarsi poi sulla violenta e cruenta resistenza dei piccoli eserciti locali all’invasione giapponese.
Un romanzo in cui sgorgano fiumi di sangue, dove il linguaggio utilizzato è la volgarità che sa di poesia e i continui salti temporali stordiscono ed annebbiano la mente di chi legge.
Si è completamente immersi nella storia, si viene trasportati in quei campi, si sente in bocca, parola dopo parola letta, il sapore metallico ed arcigno del sangue.
La lavorazione del Sorgo è l’unica fonte di sostentamento per la popolazione locale che si trova tra incudine e martello.
La narrazione del premio Pulitzer Mo Yan, si conclude con la ferita, mai del tutto rimarginata, degli anni ’70, con la Rivoluzione Culturale.
Un enorme lavoro, dunque, quello che sarebbe spettato al regista, che, forte della sua esperienza con grandi storie della letteratura cinese, riesce a doppiare l’obiettivo, trasponendo un’opera che ad oggi resta tra le più belle mai proposte dalla Cina.
“Durante gli anni ’20 del Novecento, in una valle isolata della Cina settentrionale, un gruppo di rozzi portantini trasporta, dentro un palanchino rosso, la giovanissima e bella Nove Fiori alla casa dello sconosciuto sposo, un vecchio e ricco proprietario d’una distilleria, al quale i poverissimi genitori hanno venduto la figlia in cambio d’un mulo nero.
Un corteo attraversa i campi di sorgo rosso, le cui piante sono alte come uomini e dal quale si ricava una grappa color sangue, la sola ricchezza della zona, mentre la portantina attende il passaggio di questi”
A questa tipologia di trasposizioni vanno poi affiancate quelle che risultano essere pellicole geniali di registi geniali, come il caso dei film Vivere!, La foresta dei pugnali volanti, Le biciclette di Pechino ed Addio mia concubina; oppure ancora, della produzione artistica di Wong Kar-wai.
Tra i più noti film cinesi (mettendo da parte quelle che sono le pellicole incentrate sui maestri delle arti marziali), c’è senz’altro il gioiello del regista Zhang Yimou: La foresta dei pugnali volanti.
“Cina, anno 859. Durante la dinastia Tang si forma un’organizzazione di ribelli, conosciuta come l’alleanza dei Pugnali Volanti (“Feidaomen“, 飛刀門): essa è composta da rivoluzionari, abili guerrieri ed assassini, che si oppongono all’imperatore, ritenuto per la sua inettitudine colpevole della decadenza e della corruzione che attanaglia il paese. Questi ribelli, che rubano ai ricchi per dare ai poveri, ottengono sempre più il favore da parte del popolo dei suoi sudditi. Si sospetta che Xiao Mei (una danzatrice cieca da poco giunta in una casa di piacere detta Padiglione delle Peonie e straordinariamente esperta nelle arti marziali) possa essere la figlia scomparsa del capo di tale setta.”
Un film visivamente bellissimo, dalla trama intricata e dai personaggi che difficilmente si incontrano e dimenticano.
Citando questo film, non si può poi non citare Vivere!, film del 1994, diretto da Zhāng Yìmóu, vincitore del Grand Prix Speciale della Giuria al 47º Festival di Cannes.
Vivere! : Il film
Prodotto ad Hong Kong si seguono le vicende di “Xu Fugui, un nobile ricco col vizio del gioco, dopo aver perduto tutti i beni di famiglia si ritrova a doversi guadagnare la vita come musicista in un teatrino ambulante di ombre cinesi. La moglie Jiazhen si ritrova a doverlo seguire nella rovina insieme ai due figli, conoscendo i suoi difetti e continuando ad amarlo nonostante tutto. In balia di guerre e cambiamenti di regime invecchieranno insieme e vedranno i loro figli fronteggiare la vita”.
Altro gioiello della cinematografia cinese è Addio mia concubina, opera del regista Chen Kaige.
Addio mia concubina : il mondo oscuro ed affascinante del teatro
Anche il questo caso, per la realizzazione del film si attinge a piene mani dal bacino letterario cinese, recuperando un meno noto romanzo dei primi del Novecento, scritta da Mei Lanfang: Addio mia concubina.
Il regista Chen Kaige traspone il romanzo dandogli una nuova accezione culturale.
Il film infatti è un affresco politico ben nascosto dalla storia melodrammatica da cui attinge (il romanzo).
Due bambini diventano amici mentre apprendono la durissima arte attoriale, fatta di regole rigidissime per calcare il palcoscenico.
Una vita, quella dell’attore fatta di parti femminili e studi rigidissimi a partire dal variegato utilizzo della voce, alla postura e fisicità scenica da supportare e mantenere con allenamenti e dieta particolare.
Le donne nel teatro non potevano accedervi dunque le parti femminili venivano ricoperte dagli uomini.
Ed è a questo punto che la storia tra i due inizia a complicarsi. Una volta infatti, scelti come attori per una famosa opera con protagonisti un re e la sua concubina, le loro vite deragliano drammaticamente.
Chiamato ad interpretare il personaggio femminile, uno dei due protagonisti, si immedesimerà a tal punto nei panni della concubina del re da diventare geloso e pericoloso dell’amico, soprattutto quando quest’ultimo si innamorerà di una prostituta.
Una storia drammatica, intensa, dai risvolti politici e sociali (con il rischio, vinto, di portare su schermo una storia a tratti omosessuale).
Ed è restando in tema questioni LGBT che si arriva alla pellicola di Wong Kar-wai: Happy Together e l’attuale Your name engraved Herein.
Happy Together: uno dei tanti capolavori del genio Wong Kar-wai
“Per lui il verbo ricominciare aveva molti significati”
È il 1997 ed Hong Kong, da colonia inglese, passa alla Cina.
Non c’è posto per un amore omosessuale e Ho Po-wing (Leslie Cheung) e Lai Yiu-fai (Tony Leung) sono una coppia gay tutt’altro che equilibrata che decide di scappare e “cercare fortuna” in Argentina.
L’idea è di Lai Yiu-fai.
Quella di andare a vedere le famose cascate di Iguazu disegnate su di una lampada comprata a pochi soldi. Si trascina dietro Ho Po-wing. Con il tentativo disperato, dopo aver avuto un rapporto sessuale violento, di ricominciare.
Due uomini completamente diversi per indole ed intenzioni ma con una volontà comune, quella di “salvare il loro rapporto”. Ma ricominciare da dove? ricominciare da chi e da cosa?
Personaggio outsider è un ragazzo, lavapiatti e collega di Ho Po-wing, impegnato a “scappare” dalla sua omosessualità arrivando fino all’estremo sud di fronte ad un faro (la leggenda vuole che ognuno depositi davanti a quel faro tutta la propria tristezza) per rendersi conto che…
Un tentativo disperato, quasi sbeffeggiato dalla musica che accompagna il percorso che condurrà all’Happy Together?
“Me and you and you and me. No matter how they toss the dice, it had to be. The only one for me is you, and you for me. So happy together”
Non c’è altro da aggiungere se non quello di recuperare questo, come tutti i capolavori di un genio cinematografico: Wong Kar Wai
L’attuale Your name engraved Herein mantiene alto il livello cinematografico cinese, approdando su Netflix.
Your name engraved Herein: un bel film taiwanese da recuperare su Netflix
“Lo ama, ma è consumato da paure e senso di colpa. Quando si perderanno di vista, capirà la portata del suo sacrificio?”
Due ragazzi che vivono nella Taiwan del 1987. È stata appena abrogata la Legge marziale, ed i due iniziano a frequentarsi tra pressioni sociali ed omofobia.
Non si dichiareranno mai apertamente l’un l’altro e solo molti anni dopo, nel 2020, i due…
Una storia delicata, forte e drammatica il cui apice è sicuramente la scena cardine del film, in cui i due si telefonano e…
Storie, quelle raccontate attraverso questi film, che possono essere attraversate dal filo rosso della evoluzione culturale e sociale cinese.
Sono film, registi, intellettuali, artisti che hanno contribuito a rendere su schermo la propria cultura: tra fascinazione, miti, interpretazione storica e amore/odio per quella patria che tanto rappresenta i tempi attuali di un 21esimo secolo tutto da scrivere.
Bonus: – A Sun –Le biciclette di Pechino