Letteratura nordeuropea: solo Crime? Una selezione che potrebbe far cambiare idea ai lettori più scettici. 5 libri da leggere subito!
Letteratura nordeuropea certamente non è solo circoscritta al genere Crime. Senza dubbio è vero che gli scrittori scandinavi (ed in generale del Nord Europa) sono maestri indiscussi del thriller/giallo, del genere Crime e di tutto quel filone letterario mondiale ma la letteratura nordeuropea è anche altro.
5 libri da leggere subito: da “Anime baltiche” di Jan Brokken a “Sangue caldo, nervi d’accaio” di Arto Paasilinna.
Non tutto è “crime” quando si parla di letteratura nordeuropea e, grazie alla casa editrice Iperborea e l’egregio lavoro editoriale, i lettori italiani possono avere tra le mani titoli come “Anime baltiche” o “Sangue caldo, nervi d’acciaio”.
Jan Brokken ed il suo “Anime Baltiche”
Lo scrittore/viaggiatore Jan Brokken in Anime baltiche restituisce quelle che sono le vicende dell’Europa nordorientale attraverso episodi che, per ragioni di sintesi, la Storia ufficiale tende a trascurare.
Alla sequenza “fredda e ordinata” della Storia si segue dunque una storia diversa, fatta di altre tante storie che, unite, realizzano un’altra riflessione circa: battaglie, rivoluzioni, trattati di pace, diktat e ambiguità dei governanti.
La trama
Mark Rothko, Hannah Arendt, Romain Gary, Gidon Kremer. C’è un legame sotterraneo tra alcuni grandi nomi della cultura mondiale: i paesi baltici dove sono nati e la cui anima li ha accompagnati nella fuga oltre confine.
È sulle tracce di quest’anima che Jan Brokken attraversa Lettonia, Lituania ed Estonia ricostruendo le vite straordinarie di personaggi celebri e persone comuni, per riscoprire la vitalità di una terra da sempre invasa e contesa, dove la violenza della Storia è stata combattuta con l’arte, la poesia e la musica.
Tra i palazzi Jugendstil di Riga e le mura di Tallinn, tra i vicoli ebraici di Vilnius, i castelli della Curlandia e la Königsberg di Kant, oggi Kaliningrad, rivivono i film di Ėjzenštejn, che si unì ai bolscevichi contro il padre zarista per ritrovarsi come lui chiuso in un’ossessione di grandezza; le mille vite di Romain Gary, che nella letteratura trovò rifugio dai campi nazisti senza mai riuscire a perdonarsi di essere un sopravvissuto; quella frattura che attraversa tutte le tele di Rothko, strappato dai rossi tramonti della sua Daugavpils; ma anche la Rivoluzione cantata della giovane Loreta contro i carri armati sovietici, o la segreta diaspora dei baroni baltici, tra cui la moglie di Tomasi di Lampedusa, prima psicanalista donna in Italia. Passato e presente si richiamano come in una sinfonia in cui ogni dettaglio racconta una passione, un’illusione infranta, o una profonda nostalgia.
Arto Paasilinna ed i suoi “L’anno della Lepre”, “Piccoli suicidi tra amici” e “Sangue caldo, nervi d’acciaio”
Autore da recuperare è sicuramente Arto Paasilinna. Tra i suoi romanzi più celebri vi è sicuramente Sangue caldo, nervi d’acciaio.
La trama
Linnea Lindeman, pescatrice infaticabile, cacciatrice di foche, levatrice, oltre che sciamana e onorata divinatrice, un giorno ha una visione: nel 1918, in una Finlandia che ha da poco conquistato l’indipendenza scoppierà la guerra civile, e quello stesso anno dovrà nascere Antti Kokkoluoto, un uomo destinato a grandi imprese, un eroe dal sangue caldo e dai nervi d’acciaio, la cui esistenza attraverserà tutto il Novecento, fino a spegnersi nel 1990.
In questo lasso di tempo Antti vivrà una vita epica, da giovane commerciante e mercante di cavalli a contrabbandiere di alcolici, da imprenditore a padre di famiglia, da politico a campione olimpico di tiro al bersaglio.
Sullo sfondo la crisi del ’29, le battaglie tra fascisti e comunisti, lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, e una carrellata di eventi cruciali di storia finnica in una sorta di “secolo breve” in versione paasilinniana.
Altra storia accattivante, pregna di riferimenti storici, scritta da Paasilinna è L’anno della lepre, il cui seguito Piccoli suicidi tra amici ha consacrato l’autore come uno degli autori nordeuropei più letti e seguiti.
La trama
Giornalista quarantenne a Helsinki, Vatanen ha raggiunto quel momento dell’esistenza in cui di colpo ci si chiede quel «ma perché» che si è cercato sempre di reprimere, nascondendo a se stessi e agli altri che quel grigiore a cui si è arrivati a furia di rinunciare ai sogni, di accettare compromessi, di rassegnarsi al logoramento delle amicizie, del lavoro, degli amori, quel qualcosa in cui siamo rimasti impigliati e in cui non ci riconosciamo, è in realtà la nostra vita.
Una sera, tornando in macchina da un servizio fuori città con un amico fotografo, investe una lepre, che fugge ferita nella campagna.
Vatanen scende dall’automobile, la trova, la cura e, sordo ai richiami dell’amico, sparisce con lei nei boschi intorno.
Da quel momento inizia il racconto delle svariate, stravaganti, spesso esilaranti peripezie di Vatanen, trasformato in un vagabondo che parte all’avventura, on the road, un wanderer senza fretta e senza meta attraverso la società e la natura, in mezzo alle selvagge foreste del Nord e alle imprevedibili reti della burocrazia, sempre accompagnato dalla sua lepre come irrinunciabile talismano.
E la sua divertente e paradossale fuga dal passato diventa un viaggio iniziatico verso la libertà, la scoperta che la vita può essere reinventata ogni momento e che, se la felicità è per natura anarchica e sovversiva, si può anche provare ad avere il coraggio di inseguirla.
Un libro-culto nei paesi nordici che ha creato un genere nuovo: il romanzo umoristico-ecologico.
Il to be continued: Piccoli suicidi tra amici
Elisabeth Åsbrink ed il suo “1947”
Dove comincia il presente? Quando nascono le forze, i conflitti e le idee che governano la nostra epoca? E con queste domande che il lettore, tra le pagine di 1947, “insegue” le tracce della famiglia della scrittrice Elisabeth Åsbrink.
1947 “trasporta in un anno cruciale del ’900, nel momento in cui l’Occidente, reduce dal Secondo conflitto mondiale, è di fronte a una serie di bivi e possibilità ancora aperte, e compie scelte decisive per i nostri giorni.”
Per altre letture nordiche: IPERBOREA