di Maria Castaldo
The Witcher: la seconda stagione della serie Netflix con Henry Cavill. Tutto quello che c’è da sapere in previsione della terza stagione.
A due anni dalla prima stagione di The Witcher, il 17 dicembre su Netflix è stata rilasciata la seconda stagione e, esattamente come la prima, è già nella Top Ten dei prodotti più visti della piattaforma streaming.
Tratta dalla serie di romanzi dello scrittore polacco Andrzej Sapkowski e da cui sono già stati tratti dei videogiochi a partire dal 2007, The Witcher è una serie ideata da Lauren Schmidt Hissrich e che racconta le avventure dello strigo Geralt di Rivia (Henry Cavill), un witcher, un essere umano, modificato da un mutagene e addestrato per uccidere i mostri.
The Witcher: dove eravamo rimasti…
Le vicende della serie sono ambientate in un mondo dove vivono elfi, nani, gnomi e maghi e in cui i diversi regni sono in lotta tra loro.
I regni si dividono tra quelli del Nord e Nilfgaard, regno del Sud, su cui governa l’imperatore Emhyr var Emreis e che è considerato il nemico principale degli stati del Nord.
Tra questi stati, il più fiorente è sicuramente Cintra, retto all’inizio della prima stagione dalla regina Calanthe, la leonessa di Cintra e nonna di Cirilla (Freya Allan), personaggio chiave della serie.
Cirilla e Geralt, infatti, sono legati dalla legge della sorpresa, un’antica usanza che fu applicata quando Geralt salvò il padre di Ciri e lui le promise la cosa più preziosa che possedesse, ignorando che la moglie, la principessa Pavette fosse in attesa di una figlia.
Geralt per anni ha rifiutato di conoscere il destino e anche solo l’aspetto di Ciri, finché nel finale della prima stagione i due si sono ricongiunti.
Le sorti di Geralt si sono intrecciate anche con quelle della potente maga Yennefer di Vengerberg (Anya Chalotra), mezz’elfa nata con una spina dorsale deviata e una paralisi al volto. Yennefer viene scelta dalla maga Tissaia per essere addestrata ad Aretuza, un’isola dove risiede il consiglio magico.
Desiderosa di acquisire potere, Yennefer riesce, nell’ultimo episodio della prima stagione, a padroneggiare il potere del fuoco e abbattere le truppe di Nilfgaard radunate sulle colline di Soddden.
La seconda stagione prende avvio dalla fine della battaglia di Sodden. Yennefer è creduta morta, ma in realtà è prigioniera di Fringilla, sua ex collega di studi e adepta della Fiamma Bianca.
Geralt e Ciri sono diretti a Kaer Morhen, roccaforte dei Witcher, per addestrare Ciri, i cui poteri si manifestano molto frequentemente.
Per aiutarla, Geralt chiede l’aiuto di Triss Marigold, potente maga e amica, affinché Ciri riesca a comprendere meglio la natura dei suoi poteri. Yennefer e Fringilla sono a loro volta prese prigioniere dagli elfi guidati da Francesca Findabair.
Il popolo degli elfi è stato per secoli cacciato ed esiliato dagli umani, ma ora una visione di Francesca sembra presagire l’inizio di una nuova era per il suo popolo. La donna ha infatti sognato una figura vestita di bianco e crede sia un antico profeta elfico.
Anche Yennefer e Fringilla hanno avuto sogni simili, le loro figure hanno però tuniche nere e rosse. Le tre donne hanno ricevuto visioni dalla Madre Immortale, un essere misterioso che appare a loro con diversi aspetti e che presagisce il loro destino.
Da lei, Yennefer riceve una terribile conferma: l’uso della magia del fuoco l’ha prosciugata dei suoi poteri, ora, non è più in grado di accedere alla Magia del Caos.
L’unico modo, le rivela la Madre, è consegnarle una fanciulla potente: Cirilla. Fringilla e Francesca stringono un legame e alleanza che spinge la prima ad accogliere gli elfi a Nilfgaard, dove Francesca potrà partorire in sicurezza il primo bambino elfo di sangue puro che sia mai nato da generazioni.
A Nilfgaard, inoltre, gli elfi potranno organizzarsi in truppe e prepararsi a combattere gli umani.
Una stagione di crescita…
La seconda stagione segna un netto miglioramento rispetto alla prima già a partire dalla grafica. Non soltanto i mostri infatti appaiono più realistici e curati, ma anche i costumi sembrano rispecchiare sempre di più i cambiamenti a cui stanno andando incontro i diversi personaggi.
A questo si aggiunge una trama complessa, con diversi fili abilmente tenuti insieme per la prima parte della seconda stagione: le origini di Cirilla, l’addestramento dei Witcher, Nilfgaard e la Madre Immortale, il legame tra Ciri e Geralt.
Tutti questi snodi narrativi arricchiscono la seconda stagione e tengono incollati per grand parte degli 8 episodi.
In particolare, il legame tra Ciri e Geralt è approfondito e matura nel corso della stagione; se all’inizio Geralt è protettivo nei confronti di Ciri e si limita a gridarle ordini per tenerla al sicuro, con il tempo arriverà a comprendere non soltanto che la ragazza ha una sua capacità di discernimento e di giudizio, ma anche che il suo addestramento non può prescindere da una figura femminile che la aiuti a sviluppare i suoi poteri come lui non è in grado.
Questo compito viene affidato prima a Triss Marygold, poi anche se in maniera più abbozzata a Yennefer. Il rapporto tra Ciri e Geralt permette alla serie di affrontare un tema come la genitorialità, inizialmente presentato solo come un rapporto di potere, per cui la figura più adulta è anche colei che detiene le redini del controllo all’interno del rapporto padre/figlə.
Questa dinamica si ripropone anche nel rapporto tra Vesemir e i suoi Witcher, o tra Tissaia e le sue allieve di Aretuza. In generale, inoltre, ə figlə sono vistə come un possesso o una merce di scambio e che rafforza l’autorità del genitore in primis (basti pensare anche a Yennefer), in altri casi è un simbolo di speranza e di ribellione (Cirilla e la figlia di Francesca), ma quasi mai è percepito come un individuo a sé stante.
Con Geralt e Cirilla la situazione sembra cambiare, perché lo strigo arriva a fidarsi delle percezioni della giovane e a spingerla a scoprire il proprio potenziale, dimostrando capacità di ascolto ed empatia molto elevate.
Un altro aspetto estremamente positivo che dobbiamo evidenziare in questa stagione è ancora una volta come sia evidente la presenza femminile all’interno del team di scrittura e produzione della serie, perché permette la creazione di personaggə al di fuori di numerosi stereotipi.
Geralt e Vesemir, ad esempio, pur essendo fisicamente imponenti, spigolosi e duri di carattere, posseggono anche il dono dell’empatia e anche se in questa stagione viene più volte rimarcato che i Witcher non provano sentimenti, in realtà è dimostrato il contrario e molte figure maschili sono aperte al dialogo e al confronto.
Lo stesso vale per le personagge della serie: da Yennefer a Tris, passando per Ciri, Fringilla e Francesca, tutte hanno un’evoluzione interessante e slegata da figure maschili e mostrando sotto diversi aspetti cosa significa essere donne e streghe in quel mondo.
Tra tutte le storyline le più efficaci risultano sicuramente quelle di Fringilla e Cirilla, poiché entrambe si ritrovano in un momento unico della loro vita e passano una fase di transizione e di cambiamento.
Più sacrificata è, invece, Yennefer, relegata e in cerca di sé stessa dopo la perdita dei poteri. Nonostante tutto, l’interpretazione di Anya Chalotra spicca sempre per la sua eccellenza e perché ci regala una Yennefer più umana, tormentata e convincente che mai.
“Capanna, capanna…” – la Madre Immortale
La Madre Immortale è, in realtà, Voleth Meir, un demone di un’altra dimensione giunto nel Continente durante la Congiunzione delle Sfere.
Ciri con i suoi poteri, rompendo il Monolito aveva accidentalmente aperto un varco che le aveva permesso di ritornare.
I primi Witcher l’avevano imprigionata in un sonno eterno nella sua casa mobile, una capanna senza porte a cui non è possibile accedere se non per volere della Madre (le tre streghe ci arrivano in sogno e sempre tramite visioni avvengono gli incontri con Voleth Meir).
La sua figura presenta numerosi richiami alla strega Baba Yaga, elemento folkloristico di molti racconti slavi. Baba Yaga è un’anziana donna, né buona né cattiva, che vive in una casa mobile che si sposta su zampe di gallina.
Come Baba Yaga, anche la Madre può assumere diverse forme e si mostra a Fringilla, Francesca e Yennefer con aspetti diversi. La sua presenza sottolinea ancora una volta l’importanza della magia e della figura della strega all’interno della storia di The Witcher, nonostante il suo personaggio non sia presente nei romanzi.
I suoi poteri le permettono di nutrirsi del dolore e della miseria degli umani e dell’odio tra le razze: il suo intervento mette in moto gli eventi della seconda stagione e porta all’inasprimento del conflitto tra umani ed elfi.
….ma anche di passaggio
Nonostante i netti miglioramenti a livello di grafica e storia, negli ultimi episodi della seconda stagione risultano eccessivamente didascalici e mal gestiti, con una palese confusione per lo spettatore.
Poco convincente risulta poi la battaglia finale, che evitiamo di rivelarvi, nonostante alcune idee interessanti.
Il potenziale dei Witcher mostrati nella serie resta per lo più inespresso e anzi è fonte di qualche perplessità tra i conoscitori del gioco e dei romanzi, a causa di alcune dinamiche non esattamente convincenti.
La seconda stagione serve a preparare, questo è evidente, il terreno per le future avventure di Geralt, Ciri e Yennefer.
Questo è evidente dal tono spesso verboso e didascalico che assume la narrazione in alcuni punti, questo per sopperire alle critiche rivolte alla prima stagione. Se nella prima stagione in effetti alcune dinamiche erano poco chiare, si è pensato di inserire più spiegazioni in questa seconda stagione, sacrificando in molti punti ritmo e azione.
Tuttavia, possiamo promuovere la seconda stagione di The Witcher e bingewatcharla più e più volte in attesa di qualche accenno alle future stagioni.
Possiamo star tranquilli che il progetto di Lauren Schmidt Hissrich prevede almeno 5 stagioni.
Sentiremo ancora a lungo parlare di questo universo così articolato e complesso e dei suoi straordinari abitanti.
Dove guardare la serie: Netflix
Dove acquistare i libri: The Witcher di Andrzej Sapkowski- Casa editrice Nord