di Mariachiara Proietti
L’intreccio e la divisione di due linee parallele: l’amica geniale.
Il primo libro della quadrilogia “L’amica geniale” di Elena Ferrante inizia con l’incontro e poi la successiva amicizia tra due bambine: Elena Greco, detta Lenù e Raffaella Cerullo, soprannominata Lila.
Il libro segue le due protagoniste, prima bambine, poi adolescenti, raccontando il rapporto che le lega e le vicissitudini affrontate insieme in una realtà difficile come quella della periferia napoletana dei primi anni sessanta.
Durante gli anni della loro adolescenza vedremo il loro rapporto cambiare, la loro crescita individuale, il loro reciproco influenzarsi e i sentimenti nutriti l’una per l’altra: sentimenti di amore, stima e odio che alimenteranno un rapporto vero, destinato a durare nonostante la distanza non soltanto fisica, ma soprattutto culturale. Distanza che riguarderà principalmente le loro diverse scelte di vita.
“L’amica geniale” sin dal primo romanzo, è stata una lettura molto particolare.
Letteralmente catturata dalla penna della scrittrice, la prima cosa a colpirmi è stata la scorrevolezza della scrittura, dettata forse dalla velocità che caratterizza molti romanzi contemporanei, forse dalla capacità della scrittrice di descrivere forti emozioni con un linguaggio indubbiamente semplice, scorrevole e lineare, ma che arriva dritto al cuore.
Nella seconda parte del primo libro le protagoniste sono ormai adolescenti. Prima di calarmi totalmente nel racconto ho fatto un bel respiro, lasciandomi poi travolgere dagli eventi emozionanti, dolorosi e spesso crudi, di Elena e Lila.