Musei spagnoli: Reina Sofia e il Prado di Madrid tra i più belli del mondo. Capiamone insieme le ragioni.
Tra i musei spagnoli i più visitati al mondo sono Reina Sofia ed il Prado di Madrid. Ma perché sono così importanti e perché soprattutto vale la pena assolutamente visitarli.
Sono tanti i motivi per i quali si visita un posto meraviglioso come la Spagna. Tra i paesaggi che lasciano il fiato sospeso, il mare sempre blu, il cibo, la cultura, i monumenti e tantissimo altro, sono però i musei che “la fanno da padrone”.
Quando si arriva a Madrid ad esempio, dove vi dirigete come prima tappa? E non dite allo stadio!
Sì, al Prado!
Uno dei musei più famosi della Spagna. Per chi studia storia dell’arte è un must.
Museo del Prado
Il Museo del Prado aprì al pubblico il 19 novembre 1819 come Museo Reale di Pittura e Scultura.
L’edificio fu progettato dall’architetto Juan de Villanueva nel 1785.
Fu costruito per ospitare il Gabinetto di Storia Naturale, per ordine del re Carlo III. Tuttavia, lo scopo finale dell’edificio, cioè come nuovo Museo Reale di Pittura e Scultura, fu la decisione del nipote del monarca, il re Ferdinando VII, incoraggiato dalla moglie, la regina Maria Isabel de Braganza.
Il primo catalogo del Museo, pubblicato nel 1819, comprendeva 311 dipinti, anche se all’epoca la sua collezione comprendeva poco più di 1.510 opere. La collezione reale di eccezionale importanza, che rappresenta la base della collezione del Museo come lo conosciamo oggi, iniziò ad aumentare notevolmente nel XVI secolo durante il periodo di Carlo V e continuò a prosperare sotto i successivi monarchi asburgici e borbonici.
Questo museo custodisce preziosissimi manufatti come “Il giardino delle delizie” di Bosch, “Il nobile con la mano sul petto” di El Greco, “Morte della Vergine” di Mantegna, “La Sacra Famiglia” di Raffaello e tantissimi altri.
Più di 2.300 dipinti sono stati incorporati nel Museo del Prado dalla sua apertura, nonché un gran numero di sculture, stampe, disegni e opere d’arte attraverso lasciti, donazioni e acquisti, che rappresentano la maggior parte delle nuove acquisizioni.
Con il passare del tempo la Collezione e il numero di visitatori sono aumentati notevolmente, tanto che subì diversi ampliamenti al punto che non fu più possibile nessun ulteriore intervento. A questo punto, lo sviluppo del Museo è stato risolto costruendo un nuovo edificio situato in un’area antistante la facciata est del Prado e collegando i due edifici dall’interno.
Ci si sposta poi. . .
Museo Nazionale Centro d’Arte Reina Sofía
Inizialmente era un Centro d’Arte, trasformato poi in Museo Nazionale nel 1988 con l’obiettivo di creare una Collezione che riunisse tutte le varie collezioni statali di arte moderna e contemporanea in un unico luogo. Così nel 1992 viene presentata per la prima volta la nuova Collezione del Museo Reina Sofía nell’antico Ospedale generale di Madrid, edificio settecentesco originariamente eretto per volere di Carlo III. Le basi di questo musei erano già state costruite tra il 1894 e il 1988, quando l’edificio ospitava già una cospicua collezione di opere d’arte moderne e contemporanee.
Ma volete sapere perché è una meta tanto ambita?
Semplice, al suo interno riposa l’opera più famosa di Pablo Picasso, “La Guernica”.
Ma la sua fama non ruota solo intorno a questo “piccolo” tesoro, al suo interno sono custoditi circa 18.000 opere, tra cui opere di Salvador Dalì, Joan Miró, Julio González, Lucio Fontana, per citarne alcuni e tantissimi altri. Attualmente, il percorso, si articola in tre grandi sezioni: “1900-1945. L’irruzione del XX secolo: utopie e conflitti”, “1945-1968. La guerra è finita? Arte per un mondo diviso” e “1962-1982. Dalla rivolta alla post-modernità”.
Per non parlare dell’ampio programma di esposizioni temporanee, attività ed eventi. Questo musei è attivo tutto l’anno sempre con nuove sorprese e sempre in fermento, non può mancare da un itinerario che si rispetti!
Oggi vi abbiamo esposto questi due bellissimi musei. C’è ne saranno degli altri, quindi se avete intenzione di visitare la Spagna seguiteci per rimanere al passo degli esploratori più incalliti.