Joaquim Maria Machado de Assis: storia di un grande scrittore latinoamericano che rappresentò la corrente letteraria modernista del Brasile.
Joaquim Maria Machado de Assis è stato un grandissimo scrittore brasiliano scandalosamente poco pubblicato in Italia ma facendo un passo indietro…
Breve biografia di un grande scrittore: Joaquim Maria Machado de Assis
Annoverato tra i più grandi della storia della letteratura al pari di letterati quali Dante e Shakespeare, Joaquim Maria Machado de Assis sembra essere stato dimenticato dagli editori italiani a cui dobbiamo la scarsa reperibilità di opere tradotte nel nostro Paese.
Nato a Rio de Janeiro il 21 giugno 1839, nonostante l’altisonante nome possa far intendere origini nobiliari, egli era invece figlio di un operaio meticcio, Francisco José de Assis, e di D. Maria Leopoldina Machado de Assis. In giovanissima età perse la madre e fu allevato dalla matrigna, Maria Ines che lo iscrisse all’ unica scuola pubblica che Machado de Assis frequentò nel corso della sua vita.
Della sua infanzia fino all’età di 16/17 anni si sa molto poco se non che soffriva di fortissimi attacchi di epilessia, che crebbe nel quartiere di Livramento insieme al padre e la matrigna, che per un breve periodo fece il chierichetto presso la chiesa di Lampadosa e che alla morte del padre nel 1851 inizia ad aiutare la matrigna con la vendita di dolci presso il locale collegiale della comunità della parrocchia d’appartenenza.
Da autodidatta a lungimirante critico letterario e teatrale
Con una carriera scolastica altalenante, pur senza frequentare regolarmente, si impegnò molto da autodidatta tanto da pubblicare il suo primo lavoro letterario ancora minorenne sulla rivista “Marmota Fulminense”. Inizia così la sua lunga carriera all’interno di riviste letterarie e la lunga collaborazione con l’editore del Fulminense, Francisco de Paula Brito.
Nel 1858, infatti, lavora per Paulo Brito come revisore e collaboratore della rivista “Marmota” ed entra nella società letterario-umoristica fondata da Paulo Brito: “Petalogica”.
Nei due anni successivi inizia a collaborare anche con il “Corriere Mercantile” e la redazione del “Diário do Rio de Janeiro” scrivendo al contempo di critica teatrale per la rivista “O Espelho”, per la “Semana Ilustrada” e per il “Jornal das Famílias”.
Amante della scrittura, in particolare della poesia, nel 1964 pubblica il suo primo libro di poesie con il titolo “Crisálidas” e nel ’67 viene nominato “braccio destro” del direttore editoriale della rivista “Diario Oficial”.
La sua vita è contraddistinta poi dalla relazione con Carolina Augusta Xavier de Novais sorella del defunto miglior amico che sposerà. La felice relazione matrimoniale verrà stroncata con la morte della moglie nel 1904 dopo 35 anni. Un duro colpo che accompagnerà lo scrittore per il restante corso della propria vita.
Il suo primo romanzo, Resurrezione, risale al 1872. Altro grande amico dello scrittore fu Parà José Verissimo. Quest’ultimo impegnato a dirigere la Rivista Brasileira, nella cui redazione si riunivano intellettuali che condividevano l’idea di creare una Accademia Brasiliana delle Lettere.
Joaquim Maria Machado de Assis sosterrà l’amico, partecipando alle riunioni preparatorie fino alla importantissima data del 28 gennaio del 1897, in cui di fatto si realizzò concretamente il progetto. Nasceva l’Accademia Brasiliana delle Lettere. Machado de Assis venne eletto con voto unanime presidente dell’istituzione. Posizione che ricoprirà fino alla morte, avvenuta a Rio il 29 settembre del 1908.
AAA. Cercasi editori italiani: criticità delle pubblicazioni della produzione letteraria dello scrittore brasiliano
Scandalosamente poco tradotto in Italia, le pubblicazioni di alcuni dei suoi testi risalgono ad una decina di anni fa ad opera delle case editrici Carabba e Rizzoli. Raccolgono il testimone, anni ed anni dopo, le lungimiranti Lindau edizioni e Fazi che, in particolare nel 2020 pubblica “Memorie postume di bràs cubas”.
Annoverato tra i più bei romanzi dello scrittore, Memorie postume di Brás Cubas, pubblicato appunto da Fazi nel 2020, nella traduzione di Daniele Petruccioli, è il secondo lavoro narrativo di Joaquim Maria Machado de Assis pubblicato per la prima volta nel 1881. Un testo, quello di Machado, contemporaneo a testi come “Nanà” di Zola E “Via dalla pazza folla” di Thomas Hardy.
In questo romanzo, lo scrittore brasiliano rovescia tutti i canoni letterari portando sulle “scene” letterarie una ventata di freschezza ed ironia sferzante all’interno di un genere, l’autobiografia, difficilissimo da proporre ai lettori.
La trama
Come è possibile intuire dal titolo di questo sorprendente romanzo, il narratore, Brás Cubas, è già morto.
Non ha niente da perdere e può permettersi di raccontare la storia della sua vita senza preoccuparsi delle norme sociali o del giudizio dei suoi contemporanei; si dedica quindi alla stesura di queste sue “memorie postume” in barba a qualunque convenzione, non solo sociale, ma anche letteraria.
Così, a cominciare dal suo funerale, si dipana l’esistenza di Brás Cubas: un’esistenza ordinaria, priva di particolari meriti o demeriti, vissuta tra i salotti dell’alta società carioca di metà Ottocento.
Il protagonista-narratore non si esime dal raccontarci con autoironia ogni dettaglio della sua vita, senza tralasciare i suoi vizi e fallimenti: l’indulgente educazione borghese ricevuta in famiglia, le ambizioni politiche frustrate a causa della sua mancanza di determinazione, lo scarso interesse verso la possibilità di un buon matrimonio – ossessione, invece, di sua sorella Sabina –, la passione giovanile per una prostituta che lo porterà quasi alla follia, il grande amore per Virgília, sposata a un importante e onorevole membro del governo. E ancora, a inframezzare i ricordi, le elucubrazioni sul senso della vita, alimentate dalla filosofia “humanitista” inventata di sana pianta dal suo amico Quincas Borba.
Alla luce degli eventi, soppesando gioie e dolori, rimpianti e momenti felici, Brás Cubas, dalla posizione privilegiata della sua tomba, non si sente in diritto di insegnarci alcunché, ma ci ricorda, con sagacia e spensieratezza, che in fondo l’unica vera disgrazia è quella di non essere mai nati.
Curiosità pop: i lettori “famosi” fan di Machado e una serie tv tratta da un suo romanzo
Un grande genio della letteratura amato da moltissimi “famosi” come il regista Woody Allen che commenta la lettura di Memori Postume di Bràs Cubas: “Sono rimasto scioccato per quanto è affascinante e divertente. Mi ha fatto suonare un campanello in testa, come ha fatto Il giovane Holden. Grande senso dell’umorismo, grande originalità, nessun sentimentalismo”, o gli scrittori Dave Eggers e José Saramago, e che continua ad essere poco considerato dagli editori italiani.
Una curiosità pop è invece legata ad una serie tv Netflix amatissima che prende le fila proprio da un romanzo di Joaquim Maria Machado de Assis “L’alienista”.
Il romanzo ha avuto in Italia una prima pubblicazione quasi impossibile da reperire ed una “più recente” edita Lindau.
La trama
Nella cittadina di Itaguai, secondo quanto riferiscono le cronache, Simao Bacamarte, il più grande medico del Brasile, del Portogallo e della Spagna, studia la follia, ne definisce e ne descrive la natura, e naturalmente la cura. Attorno a lui si muove un piccolo universo composito, che di volta in volta lo asseconda, lo ostacola, più spesso lo usa secondo le mutevoli convenienze di ciascuno.
Ispirata a questo romanzo è la serie tv Netflix “L’alienista”. Passata ingiustamente in sordina sul catalogo della piattaforma questa serie è invece validissima sotto ogni punto di vista soprattutto se considerata alla luce del romanzo di Joaquim Maria Machado de Assis.