Letteratura africana: cosa leggere? Consigli da non lasciarsi sfuggire. Da “L’ultima nomade” a “La promessa”, cinque titoli che “lasciano il segno”. Scopriamoli!
Voci, storie che avvicinano il lettore contemporaneo al continente africano con le sue ferite, ricchezze e tradizioni culturali uniche ed affascinanti.
Ecco alcuni romanzi per stimolare la curiosità ed addentrarsi “in punta di piedi” nella vastità del discorso culturale africano.
Un titolo di letteratura africana semisconosciuto: “L’ultima nomade” di Shugri Said Salh
Ovviamente questa è una provocazione. Il definire questo titolo “semisconosciuto” è per porre l’accento su un discorso molto più complesso che riguarda l’editoria italiana e le varie anomalie del nostro Paese quando si parla di cultura.
Al lettore basti sapere che è solo grazie all’egregio e sapiente lavoro della casa editrice Mar dei Sargassi che il titolo in questione è arrivato tra gli scaffali delle librerie italiane.
Grazie a loro, inoltre, è stato possibile un tour letterario della scrittrice per promuovere “L’ultima nomade”, esordio di Shungri Said Salh.
Ma di cosa tratta questo romanzo e perché sarebbe perfetto per chi è interessato a tematiche forti quali: stupri, mutilazioni genitali femminili ecc.
Bene chiarire però che il romanzo è il tentativo da parte dell’autrice, naturalizzata americana, di “codificare” il proprio Paese natio: la Somalia e di renderlo attraverso “una vicenda piena di tenerezza, amore, resilienza, riscatto, del legame indissolubile che ci lega alle nostre ayeyoo, le nonne, capaci come nessuno di insegnarci come stare al mondo”
L’autrice si dona al lettore attraverso i propri ricordi familiari e il suo tentare di unire da una parte le tradizioni e radici somale, dall’altra la sua “nuova vita” in Nord America. Dall’infanzia all’adolescenza in Somalia, alla sconvolgente quanto dolorosa fuga dal Paese in seguito allo scoppio della guerra civile sul finire degli anni Ottanta, suggerisce cosa vuol significare arrivare con il visto da “rifugiata”.
Altro protagonista del romanzo è senz’altro il deserto somalo con la formazione “inculcatale” dalla nonna circa il nomadismo e gli aspetti più problematici delle tradizioni culturali somale e i successivi tentativi di emancipazione da dettami di una società fortemente patriarcale.
Un romanzo di letteratura africana vincitore di un premio prestigioso: “La più recondita memoria degli uomini” di Mohamed Mbougar Sarr
Altro titolo che dovrebbe essere molto più conosciuto e chiacchierato tra lettori di quanto non sia in realtà è poi “La più recondita memoria degli uomini” di Mohamed Mbourgar Sarr.
Vincitore del Premio Goncourt nel 2021, il romanzo segue le vicende di Elimane, personaggio principale della storia, ossessionato dalla letteratura ed in particolare di uno “scrittore fantasma” ed il suo romanzo.
Una storia caratterizzata da una scrittura ed una struttura sintattica che è un piacere leggere. Inoltre l’ autore non cela minimamente la critica che muove all’editoria ed in particolare si “appella” agli scrittori africani al fine di “scardinare con la loro penna e i loro lavori” lo stereotipo dello “scrittore nero a tutti i costi propenso a narrare le proprie origini riscattandone la cultura” già di per se problematico come “punto di partenza”.
“Inventate la vostra personale tradizione, fondate la vostra storia letteraria, scoprite le vostre forme, provatele nei vostri spazi, fecondate il vostro immaginario profondo, abbiate una terra vostra, perché è l’ unico luogo in cui esisterete per voi e per gli altri.”
Questo titolo dunque “urla” all’approccio alla lettura della letteratura africana senza alcun pregiudizio di sorta e lasciando indietro ogni immaginario che si possa avere, frutto di mille narrazioni forvianti e poco incisive.
Insomma chi ama la letteratura e vuole avventurarsi in una storia come poche nella letteratura contemporanea allora “deve” leggerlo! Chissà che non venga annoverato in futuro come “nuovi classici della contemporaneità”.
Altra penna da “tenere d’occhio” è poi sicuramente Damon Galgut.
Un romanzo di letteratura africana conosciutissimo: “La promessa” di Damon Galgut
Di questo autore e della sua produzione letteraria, come diremmo a Napoli “se ne conoscono vita, morte e miracoli” per cui non ci uniremo certo al coro degli elogi, dei commenti accorati di fine lettura e così via.
Andremo invece a consigliare con molta semplicità “La promessa”, il titolo per la quale è conosciuto ed è stato acclamato come uno degli scrittori contemporanei più influenti.
Il suo è un romanzo che vuole raccontare “una saga familiare moderna. Perseguitati da una promessa non mantenuta, dopo la morte della madre i membri della famiglia Swart si perdono di vista. Alla deriva, le vite dei tre figli della donna procedono separatamente lungo le acque inesplorate del Sudafrica: Anton, il ragazzo d’oro amareggiato dal potenziale inespresso che è la sua vita; Astrid, il cui potere sta nella bellezza; e la più giovane, Amor, la cui vita è plasmata da un nebuloso senso di colpa. Ritrovandosi per quattro funerali nel corso di tre decenni, la famiglia in declino rispecchia l’atmosfera del paese: un’atmosfera di risentimento, rinnovamento e infine di speranza”.
Altra autrice da leggere è sicuramente Abi Daré.
Un romanzo di letteratura africana che ha avuto successo tramite il passaparola tra lettori: “La ladra di parole” di Abi Daré
Un fenomeno del passa parola tra lettori quello del romanzo “La ladra di parole” di Adi Daré.
Con questo romanzo il lettore viene catapultato in Nigeria e seguirà le vicende di alcune donne in un villaggio del Paese Ikati.
Un luogo nel quale” il destino delle donne è segnato: passano l’infanzia a occuparsi della casa e dei fratelli più piccoli, vanno a scuola solo per imparare a leggere e scrivere e poi vengono date in moglie al miglior offerente. Ma la quattordicenne Adunni è diversa: ama studiare, scoprire parole nuove per dar voce ai propri pensieri, per capire il mondo, per immaginare un altro futuro. E sogna di diventare maestra, di spiegare alle bambine come, grazie all’istruzione, possano liberarsi della miseria, guardare lontano, cercare la loro strada. Un sogno che però sembra infrangersi la mattina in cui il padre le annuncia di averla promessa a Morufu, un uomo molto più vecchio di lei e con già altre due mogli. Adunni sa che la sua famiglia ha un disperato bisogno dei soldi di Morufu, eppure non si arrende, nemmeno dopo aver compiuto il suo dovere di figlia, nemmeno dopo che una tragedia la obbligherà a scappare a Lagos, dove diventerà la serva di una donna prepotente e crudele. Anche nell’ora più buia, Adunni saprà trovare parole di coraggio e di speranza, parole che le daranno la forza di trasformare il suo sogno in realtà…”
Altro titolo chiacchierato tra lettori è “I draghi, il gigante e le donne” di Wayétu Moore.
Un romanzo di letteratura africana annoverato tra i libri non fiction più letti del 2020: “I draghi, il gigante e le donne” di Wayétu Moore
Una storia la cui fama tra lettori è sicuramente data dal saper aver affrontato temi delicatissimi attraverso la storia di formazione della piccola Tutu”.
La trama
La piccola Tutu sente uscire dalle nuvole la voce della mamma assente da anni, pensa che sia una di quelle voci delle persone morte che – le ha spiegato la nonna – vivono nelle nuvole e da lì ci parlano. In realtà la mamma non è morta. Vive e studia a New York con una borsa alla Columbia University. Ogni domenica telefona e le manda le videocassette di Tutti insieme appassionatamente e Il mago di Oz, dove la bambina vede per la prima volta delle persone bianche. «Perché sono così?» chiede al padre, «sembrano malati». Un giorno però scoppia la guerra civile e Wayétu è costretta a fuggire con la famiglia e a nascondersi nei boschi. Le strade sono coperte di cadaveri. «Cosa fanno per terra?» chiede la bambina. «Dormono» risponde il padre, che lei immagina come un Gigante buono, capace di difenderli da ogni violenza. Soprattutto dai “Draghi”, che sono in realtà i ribelli che li inseguono per ucciderli. La fuga attraverso la guerra feroce, il pericoloso tentativo di attraversare la frontiera con l’aiuto della madre e di una giovane ribelle, l’arrivo negli Stati Uniti, l’esperienza difficile dell’integrazione in Texas sono narrati come una fiaba che aiuta il lettore a superare l’orrore e a disegnare un senso, e quindi una speranza, nel mezzo dell’assurdo.
Buona letteratura africana!