di Andrea D’Isanto
Il celebre classico Disney “La Sirenetta” torna al cinema, a distanza di più di trent’anni, in una nuova e rivoluzionaria veste
Dopo lo schiacciante successo di “Crudelia”, i remake dei classici d’animazione Disney tornano in sala. “La Sirenetta” – diretta da Rob Marshall (già regista di altre pellicole Disney come “Pirati dei Caraibi – Oltre i confini del mare”, “Into the Woods” e “Mary Poppins Returns“) – è stata una di quelle pellicole che negli ultimi anni ha attirato a sé le critiche più aspre, per non dire razziste, da parte dei “fan” più superficiali e puerili. A suscitare il malcontento di quest’ultimi è stato fin da subito il colore di pelle dell’attrice scelta per interpretare il ruolo di Ariel: Halle Bailey.
Ma la Bailey non solo farà ricredere i fan Disney più ottusi, sorprenderà anche tantissimo coloro che sono ormai privi di aspettative nei confronti dei live-action.
“La Sirenetta” è, infatti, sicuramente uno dei migliori remake girati sinora. E ciò non per la fedeltà alla trama del classico dell’89 ed il pedissequo utilizzo delle stesse inquadrature e battute della versione, ma piuttosto lo è per la piccola riscrittura di Ariel, che la rende più matura, sensibile e meno capricciosa della sua controparte animata. “Miglioramento” che si deve proprio per l’interpretazione dell’attrice protagonista. Con i suoi occhi superespressivi ed i suoi sorrisi, la Bailey ci parla anche quando Ariel non ha più la voce. Più guardiamo il film e meno notiamo le differenze tra il personaggio animato e l’attrice sulle schermo, confermando ancora una volta che non è il colore della pelle a fare un personaggio.
Alle classiche canzoni del pluripremiato premio Oscar Alan Menken si aggiungono tre nuove canzoni ad opera di Lin Manuel Miranda, genio musicale che già conosciamo per aver scritto le musiche di “Oceania” ed “Encanto”. Artista che proprio insieme a Menken cura tutta la colonna sonora del film (realizzando così il suo personalissimo sogno di lavorare fianco a fianco del più grande compositore Disney di tutti i tempi).
Alcune chicche che ritroveremo nella versione italiana del film
sono senza dubbio il coinvolgimento di Simona Patitucci – voce di Ariel nell’89 e che qui però, passando al lato oscuro, doppierà la strepitosa Ursula interpretata da Melissa McCarthy (“Una mamma per amica”, “Le amiche della Sposa”, “Ghostbusters”) – e la sorprendente interpretazione di Mahmood come il granchio Sebastian. Il cantautore italiano, infatti, regala una nuova e funzionale versione di Sebastian, dandogli un’incredibile espressività vocale volta a colmare quella fisionomica che viene a mancare a causa del design iperrealista degli animali del film.
Forse, come ogni remake Disney, è questa la più grande pecca del film:
certe scene, espressioni del viso, coreografie, sono rese in maniera così perfetta dal medium animato che è impossibile riprodurle con la stessa intensità in un contesto “realistico”. Nonostante questa mancanza (comune però a tutti i film Disney) e al fatto che, per non modificare minimamente i testi delle canzoni da quello della versione animata, avremo l’intera sequenza di “Parte del tuo mondo” completamente fuori sincro, “La Sirenetta” è effettivamente uno dei migliori remake Disney mai fatti.
Un live-action che racchiude in sé tutti gli importanti insegnamenti e le incredibili emozioni del film originale che però, per forza di cose, sembra a tratti non avere una vera e propria anima. Un’anima che rimane comunque legata indissolubilmente a quel magistrale stile d’animazione che ha portato allo sviluppo del Rinascimento Disneyano negli anni ’90.