Le scoperte che cambiano la storia scritta: Hilma af Klint

Vita ed opere di Hilma af Klint. L’artista che mette in discussione la paternità dell’astrattismo.

La storia dell’arte è spesso scandita da date e periodi che si susseguono con un preciso schema, quasi come se un dato evento sia unico in un determinato momento ed in un determinato spazio. Ovviamente tutto ciò è una pura convenzione.

Quando eravamo a scuola questo ci serviva a fare il punto della situazione, ed avere più chiare le idee, ma diciamoci la verità, quanti di noi immaginavano che in quello stesso momento accadevano migliaia di eventi storici che hanno cambiato il mondo? Chi sia arrivato prima a compiere un atto o una scoperta a volte non è importante, visto che il risultato è ciò che risalta, ma a volte è necessario conoscere chi abbia avuto una nuova intuizione o l’estro e sia perciò precursore rispetto agli altri.

Quando, sicuri che a dipingere il primo quadro astratto della storia fu Kandinskij, nessuno avrebbe mai potuto pensare che qualcuno fosse arrivato prima di lui a farlo. Pensandoci bene, quanti primati possiamo dire con assoluta certezza reali? Il mondo è quanto di più grande e vasto ci sia da “tenere sotto controllo”, e chissà quanti pionieri nella storia sono arrivati solo pochi secondi prima di altri.

Vasilij Kandinskij, dipinto a matita, acquarello e china su carta (49,6×61,8 cm), 1910, Centre Pompidou di Parigi

Tornando a noi invece, quando siamo venuti a conoscenza dell’esistenza di un’artista che è rimasta nell’ombra per tantissimi anni, dando la possibilità ad altri di diventare protagonisti, abbiamo subito rinnegato la paternità di un movimento artistico per cederlo senza riserve ad un altro. La questione però è di gran lunga differente se si pensa al contesto storico di appartenenza di un determinato evento.

 In un tempo in cui le donne “erano” oggetto di discrepanza tra sessi e viste come accompagnamento a figure più “imponenti” e “forti” nella società, scoprire che l’appartenenza di una scoperta scientifica o di una intuizione od estro creativo che ha dato le basi a qualcosa di importante, appartenga proprio ad una donna cambia spesso le carte in tavola.

Hilma af Klint è stata definita la pioniera dell’astrattismo, e forse sarà così, forse qualcun altro rimasto nell’ombra a sua volta non è mai uscito allo scoperto. Ma chi era questa artista e come mai le sue opere sono rimaste a lungo nascoste?

Hilma af Klint

Hilma af Klint nel suo studio, 1895 (Fonte: exibart.com)

Hilma af Klint è nata a Stoccolma nel 1862. La sua creatività ed il suo talento artistico si notano fin da piccola essendo quarta di cinque fratelli, in una famiglia di ufficiali della marina. Fu tra la prima generazione di donne ad essere ammessa alla Royal Academy of Fine Arts di Stoccolma (1882-1887) in una sezione speciale femminile in cui venivano formate per dipingere copie di opere già note o lavorare come illustratrici, distaccata da quella maschile in cui si dava risalto anche all’aspetto creativo degli allievi.

Avendo conseguito una laurea con il massimo dei voti, riceve una borsa di studio che usò per proseguire i suoi studi nel fulcro culturale svedese del periodo, la Royal Swedish Academy, in cui lavorò fino al 1908.

-L’edificio che ospita gli studi dell’Academy, il Blanchs Salon e il Blanchs Café, Foto: Moderna Museet, Stoccolma (Fonte: barnebys.com)

-Hilma af Klint alla Royal Academy of Arts, Stoccolma (Fonte: doppiozero.com)

Durante questo periodo l’artista si avvicinò allo spiritismo e alla teosofia, tanto da fondare nel 1896, insieme ad altre quattro artiste, un gruppo chiamato “De Fem” (I Cinque) che si ritrovava ogni settimana per incontri spirituali che prevedevano preghiere, meditazione, studi sul Nuovo Testamento e sedute spiritiche. Il gruppo si esercitava anche nel disegno e nella scrittura raccogliendo in un registro tutti i messaggi ricevuti dagli spiriti durante le sedute (“The High Ones”). Dopo dieci anni di esercizi spiritici inizia uno dei suoi lavori più importanti, che la impegnerà dal 1906 al 1915, la serie Dipinti per il tempio, composta da 193 quadri organizzati metodologicamente in gruppi e sottogruppi. Non vi è nessun passaggio graduale dal modo di dipingere tradizionale a quello astratto, una rivoluzione artistica netta.

Alcuni dipinti della serie “Dipinti per il tempio” (Fonte: namhenderson.wordpress.com)

Fino al 1908 vive e lavora immersa in questo mondo, quando dovrà ritirarsi per prendersi cura della madre malata fino al 1920. Nel frattempo però, dal 1917, aiutata finanziariamente dai suoi più cari amici, riprese a lavorare nel suo nuovo studio su un’isola del lago Mälaren, non lontano da Stoccolma.

Dopo la morte della madre cambierà residenza più volte fino al 1944, quando morirà all’età di 80 anni per delle ferite riportate a causa di un incidente stradale.

Hilma Af Klint, Autoritratto (Fonte: lasottilelineadombra.com)

Il suo Astrattismo

HaK1201, senza data, 24×36 cm, olio su tela, Hilma af Klint Foundation (Fonte: barnebys.com); Grupp VI, nr 15. Evolutionen, 1908 Olja på duk 99 × 130 cm HAK083 (Fonte: hilmaafklint.se)

Il passaggio netto che ci fu dalla pittura figurata tradizionale a quella astratta, potrebbe essere dovuto proprio alla ricerca spirituale che conduce nei suoi anni di gioventù. Rendere visibile l’invisibile è il suo obiettivo principale. La sua arte parla al nostro mondo in modo diverso, le linee, le forme che crea parlano di natura, filosofia, religione in una dimensione diversa. Le sue tele sono cariche di simbologie:

“[…] le forme (prima organiche, quindi geometriche), i colori (giallo per l’entità maschile, blu per quella femminile), le lettere (<<u>> per lo spirituale, <<w>> per il materiale), i salti di scala (dall’atomo al cosmo), le polarità (bianco/nero, vuoto/pieno). […]”

Hilma af Klint From A Work on Flowers, Mosses and Lichen, July 2 1919 (Fonte: Moderna Museet, Albin Dahlström)

Hilma af Klint usa la pittura per mediare un messaggio che altrimenti ci sarebbe incomprensibile, perché proveniente da un mondo che non conosciamo e non percepiamo, forse rifiutiamo, come una “Medium” nel senso mediatico del termine.

“[…] La pittura è per lei quello che la musica è per La Monte Young, ovvero il modello più perfetto di una struttura universale, capace di esprimere «verità infinite che sono trasmesse direttamente attraverso di me». Nessun ostacolo, nessun disegno preliminare, nessun pentimento […]”.

Fonte immagini: hilmaafklint.se

Considerata dai più una persona non troppo sana di mente e respinta più volte, concluse che il mondo non era pronto a capirla e ad accettare la sua arte. Si ritirò sull’isola Munsõ, dove continuò a dipingere nei luoghi della sua infanzia e chiese che le sue opere non fossero esposte prima di venti anni dalla sua morte.

Al momento della sua morte 1300 opere furono raccolte, ma ci vollero 40 anni prima della loro esposizione al pubblico che avvenne nel 1986 al Los Angeles County Museum of Art con la mostra “The Spiritual in Art – Abstract Paintings 1890-1985”. Il successo ne decretò la svolta internazionale con l’esposizione dei suoi lavori n tutta Europa, negli Stati Uniti e in America Latina.

Tutte le sue opere e i suoi scritti sono oggi proprietà della “Hilma af Klint Foundation” che si occupa di portare in giro per il mondo le ricerche e le opere di un’artista rimasta troppo a lungo sconosciuta.

“Hilma af Klint: Paintings for the Future” 2019, Solomon R. Guggenheim Museum, New York 

Matilde Maione

Fonti

Contenuti ed approfondimenti: hilmaafklint.se, barnebys.it, lasottilelineadombra.com, guggenheim.org, doppiozero.com, mariapaolaforlani.blogspot.com, memecult.it

Immagini: modernamuseet.se, barnebys.it, doppiozero.com, hilmaafklint.se, Google imamgini 

Video: YouTube

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