Lussuria di Zhang Ailing, il romanzo che ispirò Ang Lee per l’omonimo film.
Zhang Ailing, una delle scrittrici più amate del panorama letterario cinese moderno.
Con studi ad Hong Kong, dove visse per completare il percorso universitario, trasferitasi poi in America, la scrittrice vanta una produzione letteraria come poche al mondo.
Seppur poco tradotta, in Italia vantiamo un cospicuo numero di romanzi editi tra cui i suoi più celebri: Lussuria, che diede l’ispirazione ad Ang Lee per il capolavoro omonimo cinematografico, e La storia del giogo d’oro.
Una vita ricchissima di esperienze interculturali, di viaggi e vita votata alla letteratura.
Esperienze dolorosissime, un matrimonio finito in divorzio per l’infedeltà del marito e tantissima, tantissima passione per la vita nonostante i periodi storici vissuti a rincorrere una libertà assoluta tra occupazione giapponese di Hong Kong, il periodo a Nanchino e la fine ambigua e silenziosa.
Lussuria: tra film e romanzo
Se c’è un regista che meglio avrebbe colto lo spirito ed il senso del romanzo scritto dalla Ailing per trarne un gioiello della cinematografia asiatica quello è Ang Lee.
Il film coglie appieno tutta la dinamica animalesca, tossica all’interno di una relazione iniziata con uno scopo ben preciso legato al contesto storico in cui si muove la protagonista, costretta a diventare una spia ed a sedurre ed uccidere “l’uomo chiave” nei giochi politici del governo giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
Una dinamica oscura resa ancora più drammatica dall’inaspettato coinvolgimento emotivo e dai sentimenti che inizia a provare la donna.
Un cast di prim’ordine per un film che difficilmente si dimentica rendendo omaggio al gioiello letterario da cui è tratto.
“Nessuno scrittore ha mai usato la lingua cinese con tanta crudeltà come Zhang Ailing, e nessun racconto è bello e crudele come Lussuria”
Ang Lee
La storia scritta da Zhang Ailing contiene molto delle esperienze vissute in prima persona dalla scrittrice. Dolore che riversa nella stesura di un romanzo tra i più belli della letteratura cinese moderna.
Spietata con i suoi personaggi, tratteggia le relazioni tra uomini e donne in un contesto storico in cui basta una parola sbagliata in un momento poco fortunato per giocarsi la vita, magari in una partita di majiang proprio con la moglie dell’uomo che devi sedurre e uccidere.
La scrittrice non ha paura di delineare un personaggio femminile complesso che cerca di liberarsi da una serie di uomini che la “vogliono sua” per i più disparati interessi, da quello sessuale a quello “patriottico”.
La protagonista tenta più volte di non cadere preda dell’uomo che “deve essere eliminato” per il bene del Paese. Più volte tenta di smarcarsi dal suo stato di “pedina” in un gioco brutale più grande di lei ma anche dell’obiettivo della missione e dei due agenti che la seguono.
Uno dei personaggi più inetti della storia della letteratura sarà proprio uno di essi, il primo amore della ragazza, il “poteva essere e non è stato”, complice sì il periodo storico ma soprattutto la mancanza di “polso” del ragazzo che diventerà salvezza e tormento.
Non fanno una bellissima figura i personaggi maschili di questo romanzo, come non fanno del resto una “buona impressione” nella trasposizione di Ang Lee.
Resta la parola scritta, resta l’anima di una donna dalla vita straordinaria in un contesto piccolo e scialbo, come può esserlo la Cina di quegli anni e Hong Kong e Shanghai da cui scappa appena può per tornare in America.
Resta un film, tra i più celebri della cinematografia cinese è tra i più amati dall’Occidente forse ancora non pronto a “certa letteratura”.
Resta il tentativo di raccontare l’amore, di cercarlo, almeno nelle storie “inventate” che sanno di amaro inchiostro ed invece si tramutano anch’esse in storie di Lussuria e tradimento, di ipocrisia e poca umanità negli uomini quanto nelle donne.