Arte giapponese: periodi e caratteristiche. Breve storia dell’arte giapponese dal IV millennio a.C. ad oggi.
Cosa nota è la fascinazione che l’arte giapponese ebbe sugli artisti francesi dell’800 (l’artista Philippe Burty coniò il termine Japonisme).
Un’interesse che portò poi alla diffusione in tutta Europa di opere artistiche del Sol Levante grazie ad i traffici della Compagnia delle Indie che faceva porto in Olanda.
Tantissimi sono stati gli artisti che, catturati dalla bellezza e lo stile delle stampe giapponesi, ne sono stati influenzati (primo tra tutti Vincent Van Gogh).
Ad oggi, amatissimi nel panorama internazionale sono artisti come Hokusai o la Kusama che, con le loro opere, continuano ad alimentare il profondo interesse del mondo occidentale per l’arte giapponese classica e contemporanea.
Un passo indietro è per cui doveroso.
Definire i Periodi artistici, le caratteristiche e le opere principali che tracciano la storia dell’arte giapponese, rende molto più fruibile e godibile, le opere di artisti come Hokusai e la Yasunari, che attingono a piene mani dalla tradizione stilistica classica giapponese.
L’Arte giapponese è strettamente connessa con l’osservazione intima ed emotiva della natura.
Per questo, di qualsiasi Periodo artistico “si parli”, gli elementi pittorici ricorrenti saranno sempre correlati al mondo animale e al mondo vegetale.
Dal IV millennio a.C. ad oggi: i Periodi artistici dell’arte giapponese
Tra i periodi artistici che maggiormente si conoscono, quando si parla di arte giapponese, c’è sicuramente il Periodo Edo. Ma prima di esso?.
Periodo Jomon (neolitico)
Il Periodo Jomon copre tutto il IV millennio fino ad arrivare al III secolo a.C. ed è caratterizzato da opere prevalentemente in argilla, ceramica e bronzo che hanno come soggetti figure umane e animali.
Costituiscono una rarità le campane in bronzo anche dette dotaku, decorate con motivi geometrici cn una tecnica a rilievo o ad incisione.
Particolari sono poi i sarcofagi, in terracotta o pietra, anch’essi decorati con motivi geometrici a tecnica mista, in genere posizionati all’interno tempi scintoisti austeri, su piattaforme rialzate in legno.
Nell’ultimo periodo Jomon compare poi la tecnica di forgiatura a tornio per quanto riguarda la lavorazione della ceramica.
Dal 552 al 645: il Periodo Asuka
A questo periodo coincidono grandissime opere quali: la Triade di Sakyamuni (Nara) e la statua in legno Minoku, conosciuta anche come “Buddha del futuro”.
In questo periodo coincide anche la diffusione del Buddhismo che con i suoi templi imponenti e pagode a vari piani, sostituiscono i templi semplici e austeri dello scintoismo.
Il Periodo Nara (645-794)
Questo è un periodo fondamentale per i rapporti tra il Giappone e la Cina.
In questo periodo, infatti, iniziano i primi rapporti regolari tra Giappone e Cina che portano alla diffusione della cultura cinese nel paese.
Questa influenza della cultura cinese su quella giapponese è data dalla realizzazione della nuova capitale Heijo-Kyo (oggi Nara), costruita su modello cinese.
Appartengono a questo periodo opere architettoniche come la realizzazione del Tempio in legno del Todaiji ed opere pittoriche come gli affreschi del Kondo e la Sala d’Oro dell’Horyuji.
Le opere pittoriche di questo periodo sono caratterizzate dalla rappresentazione di soggetti appartenenti alla narrazione buddhista e molte delle opere di questo periodo hanno delle caratteristiche molto affini con il Periodo Gupta dell’arte indiana (pittura Ajanta).
Periodo Heian (794-1185)
Periodo fondamentale per l’arte giapponese è il Periodo Heian (odierna Kyoto).
In questo periodo, grazie al potere d’influenza della famiglia aristocratica Fujiwara, si costituisce un’arte nazionale che si sottrae all’influenza dell’arte cinese.
Dalla cultura buddhista si aggiunge quella tipica giapponese dello scintoismo e tutta l’arte di questo periodo è caratterizzata da questo connubio.
Per quanto riguarda le opere architettoniche di questo periodo, bellissimi sono gli imponenti monasteri montani (Kongobuji e Enryakuji) e le grandi residenze dei nobili (padiglione della Fenice a Kyoto).
In pittura ed in scultura si predilige uno stile geometrico con colori semplici, delicati ed uniformi che decorano forme ricercate per adattarsi alla raffinatezza aristocratica (sculture del padiglione della Fenice).
I Samurai: il Periodo Kamakura (1185-1333).
Questo è il periodo in cui inizia l’influenza delle sette zen e della casta militare: è il tempo dei Samurai.
Guerrieri di caste privilegiate, tutta l’arte di questo periodo ruota attorno ad i Samurai.
Si costruiscono templi zen in stile cinese in contrapposizione ad un’architettura più sobria e semplice costituita dalle residenze dei Samurai.
In pittura ed in scultura invece si assiste ad una rappresentazione psicologica dei personaggi raffigurati ed una tendenza alla realtà costituita da forme massicce e dinamiche.
Vengono decorate ed elaborate armi ed armature ed a questo periodo appartiene Il Ritratto di Yoritomo Minamoto, un dipinto su seta.
Dal 1333 al 1573: il Periodo Muromachi e Ashikaga
Uno dei periodi più ricchi di creatività e fervenza artistica è il periodo storico che va dal 1333 al 1573.
A caratterizzare questo periodo c’è l’affermazione della pittura ad inchiostro “bianco e nero” ad opera dei monaci-artisti con suggestivi effetti di prospettiva spaziale, ispirata dalla scuola Kano.
Ancora una volta convive nel solco della cultura cinese la cultura giapponese con l’affermarsi di un’architettura “festosa” caratterizzata: da un’abbondanza d’oro e colori brillanti del Padiglione d’oro e Padiglione d’argento e Kyoto, di dimore lussuose composte da grandi spazi, arredi scarni, porte scorrevoli in carta di riso, pavimenti decorati ed ampi dipinti giungendo infine ai mirabili giardini giapponesi (sansui).
Questo è anche il periodo del Teatro “no” e della realizzazione delle raffinate maschere teatrali usate per la rappresentazione degli spettacoli.
Ed al periodo Muromachi e Ashikaga si deve anche l’incremento della produzione di teiere e vasellame in ceramica per la diffusione della cerimonia del tè (amatissima in tutta l’Asia e che affascina tutto il mondo occidentale):
A partire dal 1573, il Giappone incontra “i barbari del sud”, gli occidentali. Inizia il Periodo Momoyama.
Questo è un periodo fondamentale e di passaggio per il Giappone che, se da una parte fortifica le tradizioni costruendo sale e case da tè, castelli maestosi con arredi dal gusto sforzesco, dall’altra si prepara all’incontro con la civiltà occidentale.
La pittura di questo periodo è fortemente influenzata dalla scuola Kano. Si realizzano pannelli, paraventi e porte scorrevoli decorate con complesse e ricercate rappresentazioni.
Il Periodo Momoyama può essere inteso come un periodo di transizione per l’arte giapponese e l’assetto socio-politico dell’intero Paese che condurrà al conosciutissimo Periodo Edo.
Periodo Tokugawa meglio noto come Periodo Edo (1615-1868)
Edo, la futura Tokyo, è così che inizia la Storia dell’arte giapponese così come la conoscono gli occidentali.
Questo perchè in questo periodo vi è una riaffermazione dell’arte tradizionale giapponese (ad eccezione dell’area di Nagasaki) relegata e chiusa dalle influenze straniere sul territorio giapponese.
Emerge la classe della borghesia ricca e la costruzione di grandi ed eleganti dimore riccamente decorate.
Emerge l’arte della lacca e della lavorazione dei tessuti che riflettono il gusto dell’epoca nonché una sempre più all’avanguardia tecnica di lavorazione della ceramica.
In pittura si assiste alla nascita dell’arte antiaccademica delle stampe “ukiyo-e”, ispirate al “mondo fluttuante” dell’erotismo.
Questo è il periodo di artisti sublimi quali: Moronobu Hishikawa, l’inventore della xilografia, Utamaro, Korin Ogata ed Hokusai (no, ovviamente non è l’Hokusai del XXIesimo secolo, si tratta in questo caso di Katsushika Hokusai, pittore ed incisore sopraffino).
Opere celebri di questo periodo sono poi: il famoso Palazzo Imperiale di Katsura ed il santuario mausoleo scinto-buddhista di Toshogu (Nikko).
Con i Periodo Meiji, Taisho e Showa ci si avvicina sempre di più al periodo contemporaneo.
A partire dal 1868 si assiste al Giappone che diventa una nazione occidentale moderna sotto l’influenza della civiltà europea ed americana che ne rinnovano totalmente il gusto.
C’è un forte impulso allo sviluppo dell’urbanistica, l’architettura subisce l’influenza dell’industrial design americano ed europeo, con la nascita di creazioni ardite ed innovative, frutto dell’incontro tra più civiltà e culture.
Nel 1912 si assiste ad un recupero della cultura nazionale che ancora oggi viene “protetta” a denti stretti dal Giappone che, se da una parte ingegnosamente fonde le influenze esterne, dall’altra preserva una tradizione artistico/culturale secolare.
Il Giappone dell’epoca contemporanea
Con il passaggio dal XIXsimo secolo al XX secolo il Gippone ha subito un crescente cambiamento dal punto di vista artistico ma anche storico, sociale e politico.
Di fama mondiale sono artisti di vari campi della New Wave Giapponese, gli architetti T. Murano, J.Sakakura e Kenzo Tange, il Gruppo Metabolism; ed ancora in pittura artisti come: il Gruppo Gutaj di Osaka, che negli anni ’50 arricchiscono lo stile di tipo Action painting e New Dada (K.Shiraga e S.Murakami), il Gruppo Mono-ha attivissimo negli anni ’60 e promotore del recupero dell’arte povera.
Più recentemente si è assistito all’affermazione dell’artista Hokusai, reso famoso dalla sua opera punta L’onda che molto ha a che fare con tantissimi dei periodi sopracitati che hanno caratterizzato la Storia dell’arte giapponese, oppure l’affermazione della Kosama, fortemente influenzata dalla Pop Art americana (da cui si distacca per intraprendere una ricerca profonda ed intima che condurrà ad opere ed installazioni che spalancano occhi, anima e cuore).
C’è infine il lavoro artistico di una delle più interessanti voci del panorama artistico giapponese contemporaneo: Ikenaga Yasunari e le sue opere, reinterpetazione in chiave XXIesimo secolo di quelle stampe ukiyo-e che tanto hanno “scandalizzato ed affascinato”.
Sapere, anche in maniera generale, quella che è stata la storia ed i periodi artistici che si sono avvicendati nell’arte giapponese, permette una maggiore comprensione, una più facile fruizione, di opere d’arte che non rispettano i canoni a cui si è abituati con l’arte occidentale.
La conoscenza delle opere fondamentali dei periodi artistici giapponesi permette inoltre di trovare affinità, confronti con tali radici artistiche e provare sempre più empatia tra artista e appassionato d’arte, poiché si riesce ad entrare un po’ meglio nei discorsi, anche filosofici, che portano alla elaborazione e realizzazione di un’opera da parte di un’artista.