“Non ho inventato nulla, solo la notte che ho sentito, e in essa il nuovo che ho chiamato Suprematismo”
(Malevich)
Coloro che hanno scritto la storia dell’astrattismo in Russia: oltre il potere.
Malevich in Russia è di fatto colui che introduce l’arte astratta attraverso il “suo suprematismo” ossia il contrapporre ad un quadro figurativo, un dipinto nel quale è il colore a farla da padrone suscitando una data emozione in chi lo osserva.
Un percorso quello dell’astrattismo russo che ha radici profonde nelle diversità e similitudini tra Costruttivismo e Suprematismo.
Di fatti è il legame e allo stesso tempo le “divergenze” tra questi due grandi filoni artistici che vanno ad operare gli artisti e le artiste di quel periodo d’oro della Russia creativa, incline al “modernizzarsi”, aprirsi all’Internazionale, al dialogo culturale.
OLGA ROZANOVA
Olga Rozanova (1886-1918) è stata una delle prime sostenitrici dell’arte non figurativa all’interno del movimento d’avanguardia russa.
Nel 1910 si stava già facendo un nome nei circoli d’arte d’avanguardia di Mosca e San Pietroburgo e nel 1911 entrò presto in contatto con il gruppo di artisti appartenenti al movimento dell’Unione dei giovani esponendo in tutte le mostre fino al 1913.
Durante questo periodo il suo interesse si affacciò al futurismo. Fu un periodo di sperimentazioni per la pittrice che formulò anche dei suoi principi teorici e che scrisse in un famoso articolo, “Le basi della nuova creazione e le ragioni per cui è frainteso” (1913). Si interessò principalmente al Futurismo italiano tanto da ricevere le attenzioni di Filippo Tommaso Marinetti che rimase molto colpito dal lavoro della Rozanova.
Olga Rozanova, “Man on the Street” (Analisi dei volumi), 1913, Olio su tela, 83 x 61,5 cm (Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid) Fonte: museothyssen.org
Qualche anno dopo però la pittrice si sarebbe allontanata da questo movimento per approdare in una dimensione più astratta della sua pittura insieme al gruppo “Supremus” di Malevik.
Olga Rozanova “Flight of an airplane”, 1916, olio si tela, 101×118 cm (Fonte: lesignoredellarte.wordpress.com)
Olga Rozanova, “Suprematism”, 1916, olio su tela, 90 × 74 cm (Fonte: artchive.ru)
Fu molto attiva sul territorio russo spaziando dalla pittura per cavalletti, alle arti grafiche, all’illustrazione di libri e alle arti applicate.
La Rozanova purtroppo dedicò solo 8 anni della sua vita alla pittura, ma la sua evoluzione, i suoi studi e le opere che ci ha lasciato sono una delle testimonianze più importanti che abbiamo al giorno d’oggi.
LIUBOV POPOVA
Liubov Popova (1889-1924) ha viaggiato tanto tra l’Italia, la Francia e la Russia, viaggi che hanno fatto sì che la pittrice acquistasse consapevolezza di sé e della propria arte.
“Tra il 1909 e il 1916 viaggiò in giro per l’Italia e la Francia e visitò Samarcanda. Mentre a Parigi ha studiato con i cubisti Jean Metzinger e Henri Le Fauconnier alla Palette e nel 1913 ha lavorato nello studio Tatlin a Mosca. Durante il suo viaggio in Italia nel 1914 fu esposta al futurismo e il suo lavoro iniziò a mostrare la sua influenza, in combinazione con alcuni aspetti tratti dal cubismo.” (Traduzione in italiano dal sito del “Museo Nazionale Thyssen-Bornemisza” di Madrid)
Liubov Popova, “Lady with a Guitar”, 1915, olio su tela, 107 x 71.5 cm (Fonte: florenceisyou.com)
Liubov Popova, “Birsk”, 1916, uno degli ultimi dipinti di influenza cubo-futurista, olio su tela, 106 x 69,5 cm (Fonte: guggenheim.org)
Anche la Popova nel 1916 si unì al gruppo di Malevik iniziando una serie di dipinti che chiamò “Painterly Architectonics” entrando ufficialmente nel filone astratto.
Composizioni che però sono un perfetto esempio della miscela creata dall’artista con il suprematismo di Malevich ed il proto-costruttivismo di Tatlin.
La sua ricerca di una formula per raggiungere la struttura compositiva ideale la portò a sperimentare l’interazione di vari piani di colore che sarebbero diventati il mezzo espressivo delle sue composizioni.
Liubov Popova, “Painterly Architectonics”, 1918, olio su tela di lino, 70,5 x 70,5 cm (Fonte: museothyssen.org)
Liubov Popova, “Painterly Architectonics”, 1918, olio su tela, 45 x 53 cm (Fonte: museothyssen.org)
Non si è mai più fermata, da allora è stata attivamente coinvolta in numerose attività politiche e ha insegnato arte in varie istituzioni.
Nel 1918 entrò a far parte della Federazione di sinistra dell’Unione degli artisti di Mosca e nel 1920 divenne membro dell’Institute of Artistic Culture (Inkhuk), poi diretto da Wassily Kandinsky.
Abbandonò la pittura a cavalletto dedicandosi poi alle arti applicate, lavorando con disegni tessili, manifesti e copertine di libri e si dedicò alla scenografia.
Fu un’artista a 360°, una di quelle donne che hanno il potere di cambiare le menti e le azioni delle persone facendo sempre del loro meglio per portare il bello nel nostro mondo.
ALEKSANDRA EKSTER
Aleksandra Ekster (1882-1949) è stata una superdonna, artista di fama internazionale che ha dedicato tutta la sua vita all’arte.
Ha rafforzando i legami culturali tra Russia ed Europa dividendosi tra Kiev, San Pietroburgo, Mosca, Vienna e Parigi. Nel giro di pochi anni l’arte della Ekster si è evoluta dall’impressionismo attraverso il cubismo e il cubo -futurismo, all’arte non oggettiva.
Ha dipinto paesaggi urbani passando poi all’astrazione di forme geometriche e nature morte, per poi approdare alla rappresentazione di paesaggi urbani più articolati ed astratti.
-Aleksandra Ekster, “Natura morta con bottiglia di vetro”, 1912, 28,8 x 38,5 cm (Fonte: alamay.it)
-Aleksandra Ekster, “Firenze”, 1914-1915, olio su tela, 44 x 33,7 cm, Tretiakov National Gallery, Mosca (Fonte: alamay.it)
Anch’essa dal 1916 si immerse completamente nell’arte non oggettiva come possiamo vedere in opere come “Movement of Planes” (1917–18) e “Construction” (1922–23).
Aleksandra Ekster, “Composition: Movement of Planes”, 1917-18, olio su tela, 92.5 x 76.9 cm (Fonte: thecharnelhouse.org)
Aleksandra Ekster, “Construction”, 1922-23, olio su tela, 89.2 x 89.9 cm (Fonte: moma.org)
Oltre alla pittura, la Ekster lavorò anche a progettazioni sceniche che presentavano dei particolari elementi di costruttivismo, con Aleksandr Tairov nel “Kamerny Theater” (“Teatro da camera”) e che ebbero un enorme successo. Divenne famosa anche per i costumi teatrali che disegnò per le produzioni di Kiev, San Pietroburgo, Mosca e Parigi.
Aleksandra Ekster, Costume design for Theatre Moscow, 1916, 17,8 x 24,1 cm (Fonte: alamy.it)
Aleksandra Ekster, Costume design, “Woman in a skirt with farthingale”, Collection Lobanov-Rostovsky, 1924 (Fonte: pinterest.it)
Nel 1924 si trasferì a Parigi, un periodo davvero molto fruttuoso per l’artista che collaborò alla realizzazione di quello che è considerato il primo film di fantascienza russo, “Aelita”, con il regista Yakov Protazanov. Contribuì anche alla realizzazione del padiglione sovietico all’ Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes di Parigi.
Insomma, una vita piena d’arte e soddisfazioni che sono arrivate grazie al suo talento e la sua vogli di fare e non fermarsi mai. Una conoscenza e tutta l’esperienza vissuta che ha tramandato alle generazioni successive insegnando in varie Accademia ed esponendo in giro per il mondo.
NADEZHDA UDALTSOVA
Nadezhda Udaltsova (1886-1961) fu influenzata più di tutti dal cubismo francese perché studiò moltissimo gli artisti protagonisti di questo movimento ed insieme alla sua collega ed amica Liubov Popova visitò Parigi nel suo periodo d’oro.
“Adattò efficacemente le lezioni del cubismo usandolo come punto di partenza per uno stile originale tutto suo, ammorbidendo lo schema razionale del cubismo con una rara ricchezza di sfumature di colore ed una certa razionalità che era più caratteristica dell’arte russa.” (Traduzione dall’Enciclopedia Britannica)
Nadezhda Udaltsova, “Kitchen”, 1915, olio su tela (Fonte: pinterest.it)
Nadezhda Udaltsova, “Red figure”, 1915, olio su tela 70 x 70 cm (Fonte: florenceisyou.com)
Unitasi al gruppo suprematista nel 1916-17, la Udaltsova dipinse diverse composizioni suprematiste puramente geometriche.
Nadezhda Udaltsova, Untitled, 1916, tempera su carta, 48 x 38.5 (Fonte: pinterest.it)
Tra la fine degli anni ’20 e l’inizio degli anni ’30, la Udaltsova conobbe una nuova ondata creativa, durante la quale dipinse una serie di dipinti fortemente impressionisti influenzati dal pittore, nonché suo marito, Aleksandr Drevin.
Nadezhda Udaltsova, “Nudo”, 1930, olio su tela, 108,5 x 83,5 cm (Fonte: catalogo online “MacDougall’s – Russian Art” su macdougallauction.com)
Dopo la morte del marito, arrestato e giustiziato nel ‘38 con accuse politiche, la vita della pittrice non fu più la stessa.
La sua ultima mostra personale fu allestita nel 1945 a Mosca, ma il resto della sua vita artistica è stato trascorso nei confini del suo studio dipingendo principalmente nature morte e paesaggi.
VARVARA STEPANOVA
Varvara Stepanova (1894-1958) è stata un’artista a tutto tondo, pittrice, poetessa, scenografa e graphic designer.
“All’inizio della sua carriera, era principalmente interessata alla convergenza dei generi, portandola a cercare una “nuova qualità” nella pittura mediante la fusione di suono e immagine, ottenuta attraverso l’uso di un tipo di poesia visiva, “transrazionale” ( zaum ) si è concentrato sulla dimensione acustica delle parole, che ha inventato e giustapposto con elementi di design grafico.” (Traduzione da awarewomenartists.com)
Nel 1917 iniziò a scrivere poesie visive non oggettive, diventate poi la base per una serie di libri manoscritti (1918) le cui pagine sono coperte da un mix pittoresco e armonioso di parole transrazionali e forme astratte (pezzi unici di arte grafica) approfondendo molto di più rispetto al lavoro fatto dalla Rozanova.
Come designer ha creato di tutto, da poster e libri a scenografie e costumi per i teatri locali. (Esempi presi da: designishistory.com)
Durante gli anni ‘20 le sue opere incarnavano il movimento d’avanguardia russo noto come costruttivismo, caratterizzato da tele su larga scala con figure statuarie.
I dipinti furono eseguiti secondo valori pittorici geometrici che intendevano incarnare lo spirito positivo che pervadeva l’ascesa del cittadino russo post-rivoluzionario.
Varvara Stepanova, “Five Figures on a White Background”, 1920, olio su tela, 80 x 98 cm (Fonte: thecharnelhouse.org)
Inoltre a metà sempre degli anni ‘20 la Stepanova si è evoluta attivamente come designer.
Ha iniziato a lavorare con varie riviste e ha prodotto numerosi fotomontaggi e collage di particolare interesse riuscendo a raggiungere un contatto ancora più stretto con l’industria lavorando anche presso la “First State Textile Print Factory”, dove ha creato 150 disegni di tessuti, 20 dei quali prodotti.
-Varvara Stepanova, “Textile design in yellow and black”, 1924, inchiostro e tempera su carta, 14,5 x 20 cm (Fonte: sothebys.com)
-Varvara Stepanova, “Textile design in blue and orange”, tempera su carta, 16 x 7 cm (Fonte: sothebys.com)
Come molti artisti d’avanguardia, purtroppo fu soggetta all’attacco dell’establishment culturale stalinista a partire dalla fine degli anni 1920.
La Stepanova si è immersa nella stampa di libri e anche nel lavoro come designer di set cinematografici, ma non è stata in grado di resistere al potente flusso del realismo socialista ed è stata infine isolata ed emarginata.
Queste donne, queste artiste e la loro produzione pittorica, hanno contribuito al “grande calcio” d’inizio di una partita, quella tra le avanguardie ed il regime sovietico, forse persa in partenza, ma combattuta e resa viva dallo spirito libero della creatività.
Avranno anche perso la battaglia con il Novecento russo ma hanno vinto l’eternità ed un posto più che meritato nella storia dell’arte mondiale.
Fonti
Approfondimenti: guggenheim.org, moma.org, britannica.com, museothyssen.org, awarewomenartists.com, florenceisyou.com, encyclopediaofukraine.com, moda.mam-e.it, settemuse.it
Immagini: moma.org, museothyssen.org, florenceisyou.com, thecharnelhouse.org, sothebys.com, pinterest.it, alamy.it, artchive.ru