Jostein Gaarden ed i suoi romanzi. Dal successo di “Il mondo di Sofia” e “La ragazza delle arance”, uno scrittore norvegese tra i più amati.
Jostein Gaarder è conosciuto ai più per quell’incredibile successo che fu negli anni ’90 il romanzo “Il mondo di Sofia” in cui esplorava la filosofia mondiale, in che modo? Ovviamente attraverso gli occhi curiosi di una bambina, Sofia appunto.
Dagli anni Novanta ad oggi lo scrittore si è fatto largo all’interno della letteratura nord europea arrivando ad essere uno tra i più apprezzati ed amati.
Esplorando la produzione letteraria di Jostein Gaarder
Jostein Gaarder prima di dedicarsi completamente alla scrittura è stato un professore di filosofia. I suoi studi e la sua esperienza come professore gli sono stati utilissimi per la stesura di alcuni tra i suoi più grandi successi come: Il mondo di Sofia ed Il venditore di storie.
Il mondo di Sofia: spiegare in maniera semplice complessi concetti filosofici
Jostein Gaarder si serve della letteratura per veicolare un messaggio legato all’importanza della filosofia nel mondo degli adulti quanto in quello dei bambini e dei ragazzi.
Il romanzo, circa 550 pagine, tratta le vicende di Sofia Amundsen, una quindicenne a cui iniziano ad essere recapitate delle strane lettere.
Le lettere a lei indirizzate pongono delle domande esistenziali che come un rompicapo, un rebus complesso, Sofia deve cercare di “risolvere” affinché riesca ad arrivare a comprendere chi ci sia dietro quelle lettere.
Il viaggio di Sofia sarà proprio contraddistinto dal cercare di scoprire chi sia il mittente.
Perché proprio lei riceve delle lettere che raccontano la Storia della filosofia e perché quella strana cartolina di auguri indirizzata ad Hilde Moller Knag arrivata nella sua casella postale?
Un romanzo che è stato definito anche un trattato originale sulla Filosofia da poter leggere in compagnia: perché?
Perché la filosofia riguarda tutti; riguarda in particolare la capacità di pensare, riflettere e, cosa fondamentale: non smettere mai di porsi e porre domande.
Sulla scia del successo del romanzo nel 1991, Jostein Gaarder si dedica non solo alla letteratura per ragazzi ma anche alla narrativa per adulti.
Il venditore di storie
Anche nel romanzo “Il venditore di storie” Gaarder introduce, attraverso un personaggio molto particolare, alcuni tra i concetti più complessi della storia della filosofia.
Il racconto segue le vicende di Petter “rifugiatosi in un stanza d’albergo affacciata sul mare di Amalfi, che si accinge a scrivere le proprie memorie per rendere pubblico il segreto su ciò che fa davvero per vivere, affinché chi lo sta braccando per ucciderlo desista dall’intento”.
Inizia così a raccontare la sua vita e dalla sua capacità di raccontare.
“Fin da piccolo, grazie a una fantasia prodigiosa, Petter ha inventato storie, creando un mondo immaginario di una ricchezza e profondità strabilianti”
Una capacità rafforzata da “un’adolescenza in cui la sua solitudine è stata interrotta soltanto dalle visite di uno strano ometto uscito dal sogno per vivere infine con lui”.
Personaggio femminile della storia è Maria, l’unica in grado di capire quale sia la verità dietro quelle storie.
In questo romanzo, come in “La ragazza delle arance”, lo scrittore rende al lettore la possibilità di godere di una storia senza perdere di vista il fulcro del suo scrivere.
La ragazza delle arance
Georg Røed ha quindici anni e conduce una vita tranquilla fino a quando la morte del padre non ne sconvolge l’equilibrio.
Una lettera, trovata per caso un giorno, potrebbe però rimettere “in sesto” il cuore e la mente del giovane Georg.
Suo padre infatti aveva scritto una lettera prima di morire, che aveva poi nascosto, affinché il figlio la potesse trovare una volta grande.
Jan Olav, il padre di Georg, “racconta così la storia della “ragazza delle arance”, una giovane con un sacchetto di arance incontrata un giorno per caso su un tram di Oslo e subito persa. Per Jan è un colpo di fulmine”.
Georg si appassiona a questo racconto scoprendo così…
Il romanzo porta con se un grande interrogativo con il quale non sempre è facile confrontarsi: perché viviamo?
Vale davvero la pena cioè confrontarsi con qualcosa che a priori non scegliamo ma “subiamo”?
Una lettura scorrevole per una storia di formazione immeritatamente sottovalutata.
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