di Mariachiara Proietti Di Fulvio
La fiera delle illusioni: Del Toro torna al cinema. Un viaggio tra menzogna e realtà
La fiera delle illusioni la nuova fatica del regista messicano Gulliermo Del Toro conosciuto ai più per il suo capolavoro “Il labirinto del Fauno”.
“Questa creatura è stata esaminata dai più insigni scienziati che vi hanno riconosciuto un uomo”: è questa la frase che rappresenta appieno “La fiera delle illusioni”, il nuovo film di Guillermo Del Toro, in sala dal 27 gennaio.
Una lunga discesa agli inferi che parte da un inquietante circo di provincia per arrivare all’esplorazione del mentalismo, in cui centrali sono gli inganni e le dipendenze.
Distribuito da Walt Disney Pictures e basato sul romanzo “Nightmare Alley” di William Lindsay Gresham, il film narra una vera e propria favola morale ambientata nella New York degli anni Quaranta, dove il cattivo diventa vittima di sé stesso a causa delle sue azioni, svolte principalmente per notorietà e denaro.
Il protagonista, che si unisce all’inquietante circo nel quale impara i trucchi del mestiere, è il carismatico Stanton Carlisle (Bradley Cooper). Un uomo “porta guai”, come lo definisce la veggente del circo Zeena, interpretata da Toni Collette, che insieme al suo compagno di vita Pete (David Strathairn), gli insegnerà le arti più nascoste del circo e del mentalismo.
Ormai consapevole delle arti apprese, Stanton si troverà al centro di questo tetro contesto di illusioni insieme a Molly, la donna attraversata dall’elettricità, sin da subito in grado di colpirlo e alla quale prometterà un futuro felice.
Con lei al suo fianco come assistente, Stanton pianificherà di utilizzare le abilità da mentalista per imbrogliare un potente magnate con l’aiuto e le soffiate di una psichiatra, Lilith Ritter, prototipo della donna malvagia e fatale.
In questa pellicola intensa e cupa, Guillermo Del Toro non lascia spazio a dubbi: il vero mostro è l’essere umano. Nessuna creatura rinchiusa in laboratorio come in “La forma dell’acqua”, ma atmosfere ciniche, morbose, che prendono i colori della favola nera.
Una complessa trama in cui dal trauma non si sfugge, lasciando ampio spazio al senso di colpa.
“Volevo raccontare una storia classica in modo vivido e contemporaneo, ma volevo anche che gli spettatori si rendessero conto che questa storia parlava del nostro mondo attuale”.
Con queste parole Del Toro descrive la sua personale Fiera delle illusioni: un melodramma morale, in un contrasto continuo tra luci e ombre.