Breve storia dell’astrattismo e degli artisti che hanno reso celebre nel mondo questa avanguardia artistica del novecento. Realtà? No grazie!.
“Tutto mi mostra il suo volto, il suo essere profondo, la sua anima segreta che tace più spesso invece di parlare. Fu così che ogni punto, ogni linea immota o animata per me diventavano vive e mi offrivano la loro anima. Questo bastò a farmi scoprire, con tutto il mio essere e con tutti i miei sensi, le possibilità dell’esistenza di un’arte da determinare e che oggi, in contrasto con l’arte figurativa, è chiamata arte astratta”
Vasilij Kandinskij
C’è sempre un movimento artistico che cattura la nostra attenzione più di altri, un’opera d’arte che stuzzica le nostre emozioni, un’artista che amiamo particolarmente e di cui recuperiamo qualsiasi informazione che ci consenta di conoscerlo sempre meglio.
Ma se il vostro periodo artistico preferito fosse l’astrattismo e aveste scoperto che tutti potrebbero aver preso una sonora cantonata nel definire padre del movimento Kandinskij mentre, in realtà, c’è lo zampino di una grande artista sconosciuta ai più e tornata alla ribalta grazie ad una interessantissima scoperta?
La notizia che ha “cambiato le carte in tavola”
HaK103, Gruppo 4, nr. 2, I dieci più grandi, Infanzia, 1907. 315×234 cm, tempera su carta montata su tela. © The Hilma af Klint Foundation
Letterariamente questo potrebbe risultare uno spunto per una storia davvero avvincente per uno scrittore. Per i lettori, invece, leggere tutto ciò potrebbe essere più coinvolgente di un romanzo.
La storia di un’artista dimenticata, Hilma af Klint.
Hilma af Klint
Oltre 1200 pezzi, più di 125 taccuini, stipati a Stoccolma al Moderna Museet per volere stesso dell’artista che non riteneva “maturi” i tempi. A lungo dimenticati (“colpa” forse in parte dovuta proprio a questa scelta personale), i suoi dipinti vengono finalmente esposti al pubblico solo nel 1986 all’interno della mostra The spiritual in art. Abstract Painting 1890-1985.
La vera e propria svolta si ha però solo nel 2005 quando con la mostra 3 x Abstraction: New Methods of Drawing by Hilma af Klint, Emma Kunz and Agnes Martin. In questa cornice, vengono esposte in maniera consistente tantissime opere della Klint e di altre sue colleghe, rendendo evidente e doverosa una ricerca approfondita sull’arte della Klint e sugli influssi che ella ebbe sull’arte astratta.
Hilma af Klint: Paintings for the Future, New York, Solomon R. Guggenheim Museum (12 Ottobre 2018-23 Aprile 2019)
Di certo dopo le scoperte e le “riscoperte” avvenute in questi anni, l’astrattismo non verrà più studiato come prima, sicuramente ci saranno delle integrazioni ai testi scolastici di storia dell’arte e moltissimi testi divulgativi andranno alle stampe con tutta una serie di nuove ed interessanti informazioni.
E’ scontato dire però che ci sono comunque delle precisazioni da fare per quanto riguarda la “paternità” del movimento artistico. Ad oggi infatti, nonostante la “riscoperta” di quella che fu a tutti gli effetti la vera pioniera dell’astrattismo Hilma af Klint (a breve un articolo dedicato) il testo di riferimento per quanto riguarda il concetto filosofico dell’astrattismo, è tutt’ora quello di Kandinskij, “Lo spirituale nell’arte”. Sarebbe straordinario fare un confronto tra i taccuini della Klint ed il testo sopracitato. Anche perché di fatto, già l’intera produzione artistica della Klint andrebbe a smentire una nota che Kandinskij stesso manda al suo gallerista Jerome Neumann nel 1935 nel quale afferma, per rassicurarlo circa il valore delle sue opere, che mai nessun artista prima di lui aveva dipinto in quel modo:
“In effetti è la prima immagine astratta del mondo, perché allora non un singolo pittore dipingeva in stile astratto”
Possiamo ritenere infatti, quasi certamente, che fu Hilma ad influenzare Kandinskij verso una ricerca pittorica che lo porterà ad allontanarsi dal gruppo artistico Il Cavaliere azzurro (del resto non si può parlare di astrattismo senza introdurre un discorso legato all’espressionismo, ai vari gruppi che nacquero in quel periodo e che confluirono poi verso un nuovo modo di fare arte). Le va dato per cui il merito di aver introdotto un nuovo modo di concepire e poi di realizzare l’opera d’arte. Un nuovo modo di pensare all’arte come un qualcosa che non debba essere per forza ancorato al reale e che Kandinskij elaborerà attraverso l’influsso potentissimo della musica.
Nello spirituale nell’arte di Kandinskij, emerge la bellissima domanda a cui tenterà poi di rispondere attraverso la sua arte e cioè:
CHE SUONI HANNO I COLORI?
Per riassumere dunque, se Kandinskij è padre, Hilma è madre della rete ingarbugliata di tantissimi altri artisti, ulteriormente padri e madri, che costituisce uno dei movimenti artistici più affascinanti e complessi che esistano.
Con l’astrattismo per la prima volta l’arte si fa musica e viceversa, diventando un qualcosa di nuovo, di non dicibile. Diventa un concetto e poi un’eredità che è fondamentale per gli artisti astratti preservare da qualsiasi contaminazione.
“IN GENERALE IL COLORE È UN MEZZO PER INFLUENZARE DIRETTAMENTE L’ANIMA. IL COLORE È IL TASTO. L’OCCHIO È IL MARTELLETTO. L’ANIMA È UN PIANOFORTE CON MOLTE CORDE. L’ARTISTA È LA MANO CHE, TOCCANDO QUESTO O QUEL TASTO, FA VIBRARE L’ANIMA. E’ CHIARO CHE L’ARMONIA DEI COLORI È FONDATA SOLO SU UN PRINCIPIO: L’EFFICACE CONTATTO CON L’ANIMA. QUESTO FONDAMENTO SI PUÒ DEFINIRE PRINCIPIO DELLA NECESSITÀ INTERIORE.”
L’ASTRATTISMO COME LO ABBIAMO SEMPRE CONOSCIUTO
Torniamo indietro nel tempo, a prima che le recenti scoperte “cambiassero le carte in tavola”. Ci troviamo nel 1914, il mese è aprile. Viene allestita un’ultima mostra del Blaue Reiter alla galleria Der Sturm di Berlino.
Almanacco del 1912
Ed è importante partire da questo evento poiché sarà lo scioglimento di questo gruppo a portare due degli artisti che lo componevano a dare vita all’arte astratta, Kandinskij e Gabriele Munter (sua compagna ed artista anch’essa).
Quindi anche nel gruppo del Cavaliere azzurro ci sono donne. Ancora lo zampino di artiste nel percorso che condurrà Kandinskij all’astrattismo. Come Marienne von Werefkin (approfondimento sull’artista qui) che sarà infatti fondamentale non solo nel gruppo dei Reiter ma per lo stimolo verso nuove ricerche di stili e forme espressive.
Ma la guerra interrompe definitivamente l’attività del gruppo ed anche i vari rapporti di amicizia tra gli artisti, conducendo Kandinskij e Munter a Parigi. Questa permanenza in Francia avvicinerà Kandinskij alla pittura di Gauguin ed i Fauve e, forte dell’esperienza con il “violento colore”, torna a Monaco nel 1908. La serie di dipinti “Improvvisazione” sono l’emblema ed il manifesto dell’astrattismo.
Improvvisazioni n. 26 – 19 – 11
In queste opere a poco a poco la realtà rappresentata lascia il posto al colore, vero protagonista delle tele.
E’ con questa operazione che avviene la vera emancipazione dell’arte nei confronti della realtà. Il voler da parte dell’artista rendere visibile le note, la musica, attraverso il colore, cercando di portare su tela la forza emotiva scaturita soprattutto dalla musica di Schönberg che lo aveva particolarmente colpito.
Impressione III (Concerto) (1911; olio su tela, 77,5 x 100 cm; Monaco di Baviera, Städtische Galerie im Lenbachhaus)
La ricerca e gli scritti di Kandinskij, le opere di Klee (altro pilastro dell’edificio che è l’astrattismo) e l’attività artistica di Mondrian, eserciteranno una grandissima influenza soprattutto in Europa (in particolare in Italia e Germania). Tuttavia esso non è un movimento artistico unitario. Esistono molteplici tipi di astrattismo, tanti quanti sono gli artisti che lo adottano (proprio perché è una ricerca soggettiva che fa capo alla sensibilità del singolo). Ognuno declina gli elementi della ricerca di Kandinskij in maniera personale. Per comodità i critici suddividono il movimento in due grandi tipologie: da una parte l’Astrattismo geometrico, in cui prevalgono le figure semplici ed elementari, e l’artista privilegia una visione razionale e scientifica del mondo, dall’altra l’Astrattismo informale, in cui non è possibile individuare delle forme precise, ma solo un gioco libero di linee e colori in cui l’artista da maggior spazio agli aspetti irrazionali ed emotivi.
Piet Mondrian, Composizione, 1923 (Astrattismo geometrico)
Mark Rothko, White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose), 1950 (Astrattismo informale)
L’astrattismo è un viaggio che condurrà l’amante dell’arte verso l’esplorazione della Russia, della Germania, dell’Italia degli anni difficili del dopoguerra. Un movimento artistico che ha ancora moltissimo da dire al nostro oggi e che non ci si stanca mai di esplorare perché del resto riserva spunti di riflessione come questo:
“Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, è spesso è madre dei nostri sentimenti. Analogamente, ogni periodo culturale esprime una sua arte, che non si ripeterà mai più. Lo sforzo di ridar vita a principi estetici del passato può creare al massimo delle opere che sembrano bambini nati morti”
Fonti
Approfondimenti: Settemuse.it ; Artribune.com
Immagini: Google immagini ; Barnebys.it ; Guggenheim.org ; Finestresullarte.info ; Artesplorando.it ; Artspecialday.com