Letteratura giapponese: la collana del Corriere “La grande letteratura giapponese” che permette di scoprire o approfondire scrittori/ici nipponici/che.
La collana, promossa dal Corriere della Sera, a cura di Annachiara Sacchi, “La grande letteratura giapponese” presenta una selezione di titoli di tutto rispetto.
Dalla linea grafica efficace, pulita, che riprende i colori della bandiera giapponese, i font utilizzati e le illustrazioni di copertina, alla selezione di autori presenti ed il costo accessibile, rendono la collana accattivante ed imperdibile.
Gli autori apripista sono stati: Murakami con il suo L’assassinio del Commendatore (unico volume completo) e la Yoshimoto con Il dolce domani.
Entrambi autori apprezzatissimi e famosi anche in Occidente, Murakami e la Yoshimoto fungono da “autori urlo” per promuovere l’intera collana ed avvicinare così i “neofiti” e “accattivarsi” gli avvezzi e gli amanti della letteratura giapponese, anche pop.
Tra i 25 titoli proposti nella collana c’è ne sono alcuni come Tokyo Soundtrack, Venivamo tutte per mare, L’anulare e Un litro di lacrime, da non lasciarsi scappare.
Tokyo Soundtrack di Furukawa Hideo
“Tu mio caro lettore italiano, riesci a cogliere lo spirito con il quale ho scritto queste parole?
Sono sicuro di sì, è ovvio!
Così come sono sicuro che vorrai cantare con me!”
Tokyo, 29 gennaio 2018- Furukawa Hideo
Una prima sfida che pone il volume è capire esattamente dove si è stati catapultati come lettori. Quella che infatti ci viene presentata da Hideo è una Tokyo che non riconosciamo, spoglia dalla classica “accoglienza gentile nipponica”, della fervente cultura pop e di tutti quei “punti fermi” dell’immaginario collettivo occidentale nei confronti del Giappone.
Uno dei volumi meno “giapponesi” presenti nella letteratura giapponese per temi scelti, inclusività culturale e personaggi atipici.
Dunque esattamente cos’è Tokyo Soundtrack?
Tokyo Soundtrack è il tentativo di descrivere un Giappone che abbandona definitivamente il XXsecolo ed entra nel XXIesimo secolo.
Questo è un romanzo che tenta di esplorare un Paese che deve fare i conti, come tutti i Paesi del mondo, con temi scottanti dell’attualità come: l’identità sessuale, le migrazioni, il rapporto tra tecnologia e natura, il cambiamento climatico ed una Tokyo ormai subtropicale.
Tokyo Soundtrack è poi un romanzo di formazione, con il chiaro intento di descrivere le nuove generazioni in un Paese che “volente o nolente” non può più “contrastare” la globalizzazione.
Personaggi e Trama
In una Tokyo fatiscente, tra sobborghi resi incandescenti dal clima subtropicale della città e odio raziale, Leni, Hitsujiko e Touta cercano di inseguire i propri sogni nonostante la loro diversità.
A farla da padrone sono i tre punti di vista che rendono questo romanzo una vera e propria narrazione di formazione.
Seguiamo infatti l’arco narrativo dei tre personaggi principali che fin da piccoli devono combattere per sopravvivere ad un mondo ostile.
Il romanzo si apre con l’arco narrativo del piccolo e selvaggio Touta che, durante un nubifragio perde il padre diventandone l’unico superstite su di un’isola apparentemente deserta.
“Touta, un ragazzino di sei anni che cercava con gli occhi il genitore che il mare aveva fatto sparire come in un gioco di prestigio”
A distanza di pochissimo ad arrivare come superstite dalle acque sull’isola c’è una bambina di appena tre anni che diventa la compagna di Touta in quegli anni così fondamentali nella crescita di un essere umano.
“Hitsujiko aveva sedici anni quando apprese la notizia del dirottamento di un autobus della scuola media dove si era diplomata. Era maggio. La sua vita era cambiata, ed era cambiato anche il quartiere di Nishi Ogikubo. Nel giro di appena un anno, il quartiere si era trasformato nel santuario dei veri giapponesi”
Infine, l’ultimo punto di vista è l’addestratore di corvi, la ragazzo-a Leni. Un personaggio che Touta incontrerà molto tempo dopo aver perso “la sua compagna, sorella” Hitsujiko.
“Leni era nato nel Libano, o meglio nella zona di Tokyo che era così soprannominata. A luglio 2004, Leni aveva dieci anni. Aveva abbandonato la scuola. A stretto contatto con i bambini giapponesi, aveva imparato cos’erano l’odio e la rabbia”
Una serie di personaggi di contorno rendono poi Tokyo Soundtrack un enorme “trip mentale” psichedelico.
Un distopico? Forse. Un Thriller? Può essere.
L’autore gioca con il lettore andando a mescolare vari generi letterari che al pari della trama stordiscono e confondono il lettore, così come stordisce e confonde il rumore del mondo attuale. Quel ventunesimo secolo così privo di musica che ha preferito tacere lasciando il posto al rumore della paura del mondo, alla malattia della natura e dell’UOMO-Parassita.
I tre ragazzi saranno in grado, attraverso i loro talenti, di non far morire la musica oppure decideranno, attraverso la danza ecc…, di distruggere definitivamente il mondo?
Nonostante ci sia moltissima tristezza, malinconia, una descrizione dell’uomo contemporaneo tutt’altro che positiva, questo romanzo è un inno a mantenere accesa la speranza dapprima sull’essere umano, successivamente sul “nuovo tempo zero” del Giappone.
“Tuttavia questo nostro tempo, in questa nostra epoca, genera una questione molto importante. Il 30 aprile 2019 del tempo occidentale, qui, in Giappone, è prevista l’abdicazione dell’attuale imperatore. D conseguenza, il nome dell’era odierna si eclisserà da un giorno all’altro, lasciando spazio a un nuovo nome. Il tempo presente si estinguerà, e un altro tempo avrà inizio da zero”.
Altra autrice da non lasciarsi scappare, presente nella collana, è Yoko Ogawa.
Famosissima per il suo L’isola senza memoria, edito Il Saggiatore, nella collana è presente il racconto breve L’anulare che, rappresenta un buon modo per approcciarsi allo stile di scrittura della Ogawa se si è appunto curiosi di recuperare il suo capolavoro.
La “ragazza terribile” della nuova letteratura giapponese: Yoko Ogawa
Se c’è un’autrice che più di tutte ricorda la Kang è la Ogawa. Il suo stile asciutto, perturbante, il modo in cui elabora e racconta il feticismo, nella breve storia L’anulare, è qualcosa che si avvicina moltissimo al tipo di scrittura e temi presenti nella scrittura e nelle opere letterarie della sud coreana Han Kang.
La trama:
“Quando viene assunta dall’impeccabile signor Deshimaru, la giovane protagonista di questo libro enigmatico è alquanto disorientata. E tuttavia non ci metterà molto ad abituarsi al nuovo lavoro, che consiste nell’accogliere «con gentile professionalità» le persone che vengono a consegnare un oggetto – il quale, nel laboratorio sotterraneo a cui solo il signor Deshimaru ha accesso, sarà, con amorevole cura, trasformato in un «esemplare». La ragazzina che chiede loro di conservare (dopo averli debitamente catalogati) i tre piccoli funghi spuntati sulle macerie della casa in cui sono morti i suoi genitori non tornerà mai a vederli, né mai tornerà il vecchietto che ha portato le ossa calcinate del suo padda; ma, come tutti gli altri «clienti», avranno raggiunto il loro scopo: separarsi per sempre da ciò che hanno perduto. A poco a poco la docile impiegata – che, a causa di un incidente occorsole nella fabbrica di bibite dove lavorava prima, ha perduto anche lei qualcosa: un «pezzetto di carne a forma di conchiglia» della punta dell’anulare sinistro – si lascerà come inghiottire dall’atmosfera ovattata del laboratorio, dal silenzio lancinante che vi regna; né tenterà di sottrarsi alla perversa fascinazione che esercita su di lei il sempre più inquietante signor Deshimaru”
103, un numero che difficilmente il lettore dimenticherà. 103, il numero di pagine impiegate dalla scrittrice per scrivere una storia che difficilmente farà dormire sonni tranquilli.
Una scrittrice quasi sadica nei confronti dei propri lettori che utilizza la musica, elemento ricorrente nella letteratura giapponese contemporanea, come accompagnamento verso…
Dalla “musica” di Tokyo Soundtrack a quella di L’anulare si passa poi ad un racconto tra i più struggenti presenti nella collana proposta dal Corriere: Venivamo tutte per mare.
Venivamo tutte per mare di Julie Otsuka
“Sulla nave eravamo quasi tutte vergini. Avevamo i capelli lunghi e neri e i piedi piatti e larghi, e non eravamo molto alte”
Con queste primissime righe esordisce la Otsuka per raccontare la struggente storia di donne accomunate da uno stesso destino: essere mogli di…
“Da molto tempo volevo raccontare la storia di giovani donne giapponesi – le cosiddette ‚spose in fotografia’ – che giunsero in America all’inizio del Novecento. Mi ero imbattuta in tantissime storie interessanti durante la mia ricerca e volevo raccontarle tutte. Capii che non mi occorreva una protagonista. Avrei raccontato la storia da un punto di vista di un ‚noi’ corale, di un intero gruppo di giovani spose”
-Julie Otsuka
In appena 142 pagine di pura narrativa, la scrittrice ” racconta dunque la vita straordinaria di queste donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America, a cominciare da quel primo, arduo viaggio collettivo attraverso l’oceano”.
Ed è su quella nave piena di gente che le tante “giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografie dei mariti sconosciuti, immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco, la prima notte di nozze, il lavoro sfibrante, la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura, l’esperienza del parto e della maternità, il devastante arrivo della guerra, con l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici”.
Dal “pugno in pancia” di Venivamo tutte per mare si passa ad un’altra lettura “da brivido”, Un litro di lacrime.
Un litro di lacrime di Aya Kito
Quante lacrime servono per affrontare le sconfitte?
Un diario, quello di Aya Kito, che racchiudono dieci anni della propria vita, tra ironia, malattia, coraggio e spirito ribelle di una ragazzina di quindici anni che affronta la vita crudele e meravigliosa insieme.
E se a convincere questi titoli non sono stati sufficienti, sul sito del Correre della Sera ci si può sbizzarrire scegliendo ed appuntandosi le uscite che più interessano.
to be continued…