di Nunzia La Montagna
Lezioni americane di Italo Calvino: raccolta delle sei conferenze sulla letteratura che lo scrittore tenne nel 1984 ad Harvard.
Nel 1984 Italo Calvino viene invitato dall’Università americana di Harvard a tenere sei conferenze di argomento letterario per il successivo anno accademico.
Ecco, allora, che parte la sua attenta elaborazione di appunti e riflessioni su quelli che dovevano essere i più importanti “valori letterari” da conservare nel terzo millennio.
Nel 1988, dunque postume, vengono pubblicate le Lezioni americane.
Nella convinzione dello scrittore per cui la letteratura deve essere uno strumento di indagine e comprensione del reale, un veicolo di conoscenza, Calvino individua sei “valori universali” che ritiene necessario preservare.
La Leggerezza è, per l’autore, la capacità di elevarsi al di sopra del reale grazie alla fantasia e all’astrazione, assumendo una “posizione altra” rispetto alla norma e in grado di dare una diversa prospettiva sul mondo.
“Togliere peso ora alle figure umane, ora ai corpi celesti, alle città […] e alla struttura del racconto e del linguaggio”.
La Rapidità è la capacità di “dominare il tempo” e di imprimere alla narrazione un proprio ritmo, in un’epoca in cui, come quella contemporanea, trionfano i media e rischiano di appiattire ogni comunicazione in una crosta uniforme e omogenea.
L’Esattezza deve contrastare la degenerata approssimazione, casualità e sbadataggine con cui viene usato il linguaggio contemporaneo.
Solo grazie alla letteratura “il linguaggio diventa quello che veramente dovrebbe essere”.
La Visibilità è la capacità di contrastare il flusso ininterrotto di immagini che inondano l’uomo moderno, vittima passiva e ridotto all’incapacità di pensare in modo attivo e critico.
Infine, la Molteplicità è il saper fronteggiare con il pensiero e il linguaggio la disarticolata complessità della realtà e risulta il più difficile tra i “sei” valori calviniani.
La letteratura è in grado di fornire ogni mezzo per affrontare la nostra vita e farlo nel miglior modo possibile.
Gli scrittori, oggi come allora, capiscono perfettamente il nostro modo di sentirci poiché hanno vissuto (e vivono) una società come la nostra.
Il compito di un autore è quello di mettere per iscritto i sentimenti umani e dare il proprio sostegno o una soluzione al problema.