L’insegnante di pianoforte: l’esordio best seller Janice YK Lee. Una narrazione che ricorda Parasite di Bong Joon-ho ed Espiazione di McEwan.
Con origini coreane, nata e cresciuta ad Hong Kong, la scrittrice Janice YK Lee, vive attualmente con la sua famiglia negli Stati Uniti ed esordisce nel 2009 con un romanzo, “L’insegnante di pianoforte”, che diventa in pochissimo un best seller mondiale.
Il romanzo ha infatti avuto un “boom” immediato tanto da spingere il mondo dell’editoria europeo ad acquisirne i diritti per la pubblicazione ed “affiancarlo” per tematiche ed atmosfere psicologiche ambigue ad Espiazione di McEwan.
Tra le curiosità che costellano la storia scritta dalla Lee è l’ispirazione avuta da quest’ultima per il personaggio del romanzo: Trudy, vagamente basato sulla storia personale di Emily Hahn (giornalista ed autrice, considerata una delle prime femministe nel panorama letterario americano).
La trama: la Hong Kong degli anni ’40 e ’50
Una storia in cui la scrittrice riversa tutti quegli elementi che saranno poi amati all’interno di narrazioni cinematografiche come Parasite.
Ma cosa racconta la Lee in questo romanzo e perché in tantissimi lo hanno amato?
1940, Hong Kong. Al suo arrivo, Will Truesdale incontra Trudy Liang, una bellissima donna benestante eurasiatica di origini portoghesi e cinesi, in un paese ancora dominato dagli inglesi.
Si innamorano subito ed inizia una profonda storia di passione inevitabilmente spezzata prematuramente dalla seconda guerra mondiale e dall’invasione giapponese di Hong Kong.
Dieci anni dopo, nel 1950 Claire Pendelton, una ventottenne da poco sposata, si trasferisce dall’Inghilterra ad Hong Kong con il marito Martin e viene assunta dai Chen, una ricca famiglia cinese, per dare lezioni di pianoforte alla undicenne Locket.
In un gioco di intreccio narrativo in cui si seguono, attraverso la voce narrante di Will, le vicende del ’40 e attraverso la voce narrante di Claire, le vicende del ’50, si andranno pericolosamente intrecciando passato e presente.
Una storia d’amore che diventa l’ombra della relazione nata con dieci anni di distanza negli anni ’50. Una storia nata dal tradimento che di tradimento si nutre, quello del passato, quello del presente e che trova il culmine in un finale travolgente reso amarissimo dai gravi segreti nascosti sotto il peso della storia, quella personale, famigliare ed infine quella collettiva delle vicende mondiali che tracciano ferite indelebili.
L’impressione è che alla forte base storica utilizzata dall’autrice non corrisponda un personaggio maschile all’altezza.
Quest’ultimo infatti sembra quasi arrancare tra le pagine, schiacciato dalla vitalità brutale, animalesca e seduttiva delle due protagoniste femminili della storia.
Ad un certo punto della storia, il lettore perderà di vista Will e si concentrerà su Claire e le scoperte sconcertanti che farà sul suo datore di lavoro.
La parte forse più bella del romanzo è rappresentata dalla storia di Trudy e le vicende che la vedranno diventare il tutore e l’amante del crudele generale giapponese Otsubo, che governa Hong Kong ai tempi dell’occupazione.
Perché è stato “paragonato” a Espiazione in letteratura e a Parasite nel cinema?
All’interno del romanzo della Lee la trama viene tenuta saldamente in piedi dal “non detto” e cioè dalla incomunicabilità, vuoi per motivi temporali, vuoi per meschinità, fragilità e incapacità di coraggio e sincerità dei personaggi, tra le parti in “gioco”.
Nella narrazione affidata a Claire, il rapporto con la piccola Locket ricorda molto quella delle due sorelle di Espiazione.
La mancanza di attenzione riservata alla “piccola di casa” da parte della famiglia porterà quest’ultima ad essere gli occhi e le orecchie degli ambienti privati apparentemente silenziosi.
L’interesse che la bambina sviluppa nei confronti della maestra di piano (Claire) porta Locket a scoprire cose che non si dovrebbero scoprire a dieci anni.
Una escalation, quella di “L’insegnante di pianoforte”, che ricorda poi moltissimo la lucida narrazione di Parasite.
Ad accomunare infatti questo romanzo ad alcuni elementi del film è anche la contrapposizione tra ricchi e poveri.
La manipolazione psicologica tra le due parti e la “scalata sociale” che sembra inizialmente spingere la protagonista a compiere scelte discutibili in quanto a prudenza.