MOCA: Museum of Contemporary Art Taipei, uno dei musei più belli di Taiwan.
Il MOCA (Museo d’arte contemporanea di Taipei) è uno dei più visiti al mondo.
Detiene inoltre anche “un altro record” ossia essere stato il primo istituto d’arte realizzato a Taiwan dedicato all’arte contemporanea.
MOCA: la storia
Il Museo di Arte Contemporanea di Taipei, ex edificio per uffici del municipio di Taipei, originariamente era stato costruito per ospitare il Kensei Shogakko (Scuola elementare Jian Cheng) durante il periodo della dominazione giapponese.
Influenzato dalla Restaurazione Meiji, architettonicamente l’edificio presenta una struttura in mattoni inglesi adornata con elementi dell’architettura classica (era un modello di architettura in stile occidentale durante il periodo del dominio giapponese).
L’edificio principale, esposto a sud, è largo 120 metri e, adottando lo stile architettonico accademico, una cupola centrata sul tetto è stata considerata come una linea di simmetria adatta a completarne la struttura.
L’edificio, inoltre, si estende su entrambi i lati e all’interno presenta un cortile centrale a forma di U utilizzato, ai tempi in cui la scuola occupava l’edificio, come campo sportivo.
Con il trasferimento del governo nazionalista a Taiwan nel 1945, l’edificio scolastico è stato trasformato nel municipio di Taipei fino a quando non è stato trasferito in un nuovo centro civico nel distretto di Xinyi nel 1994.
Per quasi cinque decenni, questo edificio ha svolto un ruolo cruciale e centrale “per spingere” alla costruzione e sviluppo di Taipei.
Nel 1996, l’ex edificio del municipio di Taipei è stato ufficialmente designato come sito storico; e seguendo le normative vigenti del periodo per rivitalizzare i siti storici, l’edificio principale esposto a sud è stato ampiamente restaurato e ristrutturato nel MOCA Taipei, mentre le “due ali” sono state riproposte alla Jian Cheng Junior High School che ad oggi le occupa con le sue aule.
“La condivisione dello spazio e la collaborazione tra MOCA Taipei e Jian Cheng Junior High School è un raro esempio di struttura multifunzionale che funge da scuola e da museo d’arte”
Inoltre la rivitalizzazione di questo patrimonio locale, estende l’asse storico-culturale che collega il museo con il Tempio di Confucio di Taipei e il Tempio di Baoan, rendendo MOCA Taipei una base importante per lo sviluppo integrale del distretto di Datong.
La prima cosa in assoluto che “offre” il museo a cittadini e visitatori è il forte contrasto tra l’architettura dell’edificio ed il patrimonio artistico contenuto. Questo suggestivo contrasto è ulteriormente rafforzato dalla zona circostante del sito in cui si colloca il museo e le attività culturali che lo contraddistinguono.
Forte nella sua mission museale e cioè del voler essere un punto di riferimento per gli artisti locali ed internazionali, il museo offre una miscela di esperienze uniche, grazie all’utilizzo di tecnologie multimediali avanzate, tra: arti visive, design architettonico e moda.
Alle esposizioni temporanee e la collezione permanente, il MOCA associa attività uniche legate alla comunicazione museale (servizio educativo) come: corsi d’arte e campi estivi per coinvolgere la comunità locale e “far prendere dimestichezza e confidenza” con l’arte contemporanea.
A completarne la storia: l’installazione di arte pubblica Dragon di Yamaguchi Katsuhiro
Raccogliendo la sfida di rivitalizzare l’architettura e lo spazio di una scuola elementare storica, l’obiettivo della fondazione del MOCA Taipei era integrare arte, sito storico e tecnologia, introducendo i media tecnologici nella nuova vita dell’architettura storica.
Il team dell’organizzazione ha invitato l’artista giapponese di fama internazionale Yamaguchi Katsuhiro a progettare e creare un’installazione d’arte pubblica per il museo.
La direzione del design è stata impostata per rappresentare il potere dei media e della comunicazione delle informazioni seguendo tre principi: “un mondo macrocosmico in uno spazio microcosmico”, “un breve periodo di tempo nella lunga storia” e “illimitatezza e inarrestabilità. “
L’installazione di arte pubblica era pensata per essere sospesa al soffitto, il che avrebbe consentito ai visitatori di muoversi liberamente creando un’atmosfera interna vivace.
“Integrando luce, suono e video, Dragon comprende tubi in fibra di vetro – ciascuno ha un diametro di 30 cm – in sei colori vivaci, tra cui rosso, giallo, blu, verde, arancione e viola, che formano un’installazione di linee serpeggianti e in picchiata sotto il soffitto del salone del primo piano”
Ad ogni estremità dei tubi è installato uno schermo LCD, un sistema di illuminazione e un sistema audio, inizialmente concepito per la visualizzazione di animazioni al computer o video di storia della media art.
L’installazione di arte pubblica, come simbolo del primo museo di arte contemporanea e media art di Taiwan, costituisce l’esclusività ed il valore inestimabile della collezione del MOCA Taipei.
Oltre all’immensa storia, le curiosità sull’architettura dell’ente e la committenza di arte pubblica da parte del museo c’è poi il sito, curatissimo e prezioso.
Un sito web, quello del Museo, miniera di materiale fotografico ed archivistico che consente di recuperare anche le passate mostre realizzate negli ambienti.
Intuitivo, dinamico e stimolante dal punto di vista della ricerca per gli appassionati, il sito offre una navigazione imbattibile all’interno dei cataloghi e delle moltissime esposizioni passate e presenti.
Spectrosynthesis: Asian LGBTQ issues and Art Now, la mostra del 2017 in concomitanza con la legalizzazione delle unioni civili a Taiwan
Tra le mostre proposte in questi primi vent’anni del 21esimo secolo, “salta all’occhio” quella legata ai diritti civili della comunità LGBTQ plus.
Una, se non la primissima mostra d’arte in Asia, proposta da un museo che “osa fare qualcosa di impensabile nel continente”: dare voce, attraverso l’arte di artisti strettamente coinvolti nel “tema”, alla comunità LGBT asiatica.
L’obiettivo? Lo spiega benissimo il curatore e tutto il team di lavoro coinvolto nella realizzazione della mostra:
“I musei d’arte contemporanea nelle principali città del mondo hanno coinvolto il pubblico nell’esplorazione di questioni sociali, punti di vista artistici e condizione umana rappresentando visivamente questi argomenti attraverso approcci artistici contemporanei. Offrono al pubblico un percorso per applicare la conoscenza percettiva alla discussione di diverse questioni sociali e ispirare la visione dell’umanità per una migliore comprensione del mondo”
Ricordando che nel 2017, prestigiosi musei d’arte europei, tra cui la Tate Modern, la Tate Britain e il British Museum, hanno lanciato varie mostre tematiche con artisti LGBTQ, collezioni di individui LGBTQ e questioni di storia e diritti LGBTQ, il Museo d’arte contemporanea di Taipei non è da meno ed anzi sfida l’Asia ancora “dormiente” e profondamente indietro.
“Queste mostre hanno enfatizzato l’autoesame della società eterosessuale tradizionale sui suoi pregiudizi, falsità e oppressione contro le persone LGBTQ, nonché il suo rispetto per la comunità LGBTQ, onorando le conquiste artistiche degli artisti LGBTQ che hanno rivelato il loro mondo interiore e valore estetico”
La mostra è immessa infatti in un contesto storico, politico e sociale molto importante per Taiwan e per tutti coloro che rientrano nella comunità LGBT.
All’epoca della presentazione della mostra si ribadí infatti che:
“Tra i paesi asiatici, Taiwan è stata relativamente amichevole nei confronti della comunità LGBTQ e presto diventerà il primo paese asiatico a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. (Lo Yuan giudiziario di Taiwan ha annunciato la sua interpretazione n. 748 il 24 maggio 2017, dichiarando incostituzionale l’incapacità del codice civile di proteggere la libertà e i diritti al matrimonio tra persone dello stesso sesso e chiedendo ai dipartimenti esecutivo e legislativo di finalizzare la revisione o la legislazione di leggi correlate per proteggere i diritti al matrimonio tra persone dello stesso sesso.) Tuttavia, la società sembra divisa nell’opposizione mentre è ancora necessaria un’attenzione genuina a questo problema”
Spectrosintesi – Problemi LGBTQ asiatici e Art Now risponde a questa ondata storica del nostro tempo ed è la prima mostra di indagine con problemi LGBTQ in Asia
Dunque una mostra senza precedenti, ricchissima e preziosa sotto moltissimi punti di vista a partire dalla selezione di artisti taiwanesi che espongono così la loro arte e loro stessi, nudi come solo l’artista può e “deve” fare.
“Potrei sembrare una donna definita dalla società con simboli esterni; tuttavia, quando tolgo tutto ciò che mi fa sembrare una donna, sono un uomo, allora? Uomini e donne definiti dalla nostra società sono stati a lungo abituati a consegnare messaggi in una logica dicotomica. Faccio uso di questi messaggi e fotografo estranei diversi da me, vestendo gli uomini da donne. Durante il processo, acquisisco nuove conoscenze sui modelli e mi esamino. La mia intenzione è quella di consentire al fotografo (io) e al fotografato d’ essere semplicemente se stessi e riflettere sull’idea di soggettività” – Wen Hsin
Fonti: tutte le informazioni ed il materiale fotografico sono state ricavate e tradotte dal team di Fenice In Pigiama sul sito museale che caldamente consigliamo di esplorare.