Napoli sotterranea: storia e curiosità del ventre partenopeo. Una seconda città che dal sottosuolo emerge incuriosendo milioni di turisti.
Napoli sotterranea affascina milioni di visitatori all’anno. Moltissime sono però le controversie e le inchieste che nel corso degli anni l’hanno vista coinvolta. Come l’Albergo dei Poveri, quella che segue è una delle storie più dolorose ed affascinanti che la città possa offrire.
Scopriamone i motivi!
Adesso vogliamo che il Comune prenda reali provvedimenti: il danno erariale per le casse pubbliche stimato per la cattiva gestione del patrimonio delle cave del sottosuolo della città è di 29 milioni di euro. Basti pensare che un sito di alto valore turistico e culturale come “Napoli Sotterranea”, fonte di enormi profitti, prevede un canone annuo irrisorio di soli 9700 euro. Noi chiediamo che il sito diventi finalmente un bene comune per la città, da valorizzare per offrire reali benefici al territorio, per tutelare davvero il patrimonio culturale che rappresenta e per rispettare i diritti e la dedizione di chi lavora nel mondo della valorizzazione dei beni culturali
– militanti precari dell’Ex Opg
2019. Il Tribunale di Napoli annuncia con sentenza la condanna dell’associazione “Napoli Sotterranea”, presieduta dal pioniere del turismo del sottosuolo Enzo Albertini, al pagamento di 81 mila euro in favore di una guida turistica dopo che quest’ultima, insieme ad altri lavoratori precari, denunciarono nel 2017 i casi di lavoro a nero. La decisione del giudice del lavoro arrivò appunto a due anni dal ricorso della giovane guida.
2022. Cosa è cambiato nella gestione della Napoli Sotterranea e del patrimonio ad esso annesso?
Storia e curiosità
Una città di tufo sotto la città. Napoli sotterranea è legata inevitabilmente alla morfologia del territorio partenopeo.
Le caratteristiche di questa tipologia di roccia, il tufo, – rispettivamente la leggerezza, friabilità e stabilità- fa sì che non si possa non pensare ad un territorio continuamente in “divenire”. Una morfologia cioè in continua evoluzione. La storia di tali trasformazioni geografiche sono ampiamente descritte sul sito curatissimo di Napoli Sotterranea.
Sicuramente importante è citare il periodo che va dal 1588 a 1615. Storicamente coincide una sfrenata estrazione del tufo come materiale da costruzione da parte dei cittadini dell’epoca.
Ad incidere in maniera determinante sulla sorte del sottosuolo napoletano intervennero, fra il 1588 ed il 1615, alcuni editti che proibivano l’introduzione in città di materiali da costruzione, onde evitare l’espansione incontrollata di Napoli. I cittadini, per evitare sanzioni e soddisfare la necessità di ampliamento urbanistico, pensarono bene di estrarre il tufo sottostante la città, sfruttando i pozzi già esistenti, ampliando le cisterne destinate a contenere l’acqua potabile e ricavandone di nuove. Questo tipo di estrazione, che avveniva dall’alto verso il basso, richiedeva tecniche particolari al fine di garantire la stabilità del sottosuolo ed evitare crolli indesiderati.
Leggende e curiosità: Il Monaciello
La figura del Monaciello è tipica del folklore napoletano. La leggenda del “Monaciello” o “Munaciello” è strettamente connessa con la Napoli sotterranea ed ha a che fare in realtà con un mestiere ormai estinto. A Napoli ogni abitazione infatti poteva attingere acqua dalla cisterna sottostante tramite un pozzo al quale aveva accesso il “pozzaro”.
Questa particolare classe di lavoratori si muovevano con la destrezza di veri e propri acrobati camminando lungo stretti cunicoli e arrampicandosi su per i pozzi grazie a dei fori praticati a distanza più o meno regolare.
Queste persone, avevano libero accesso a tutte le case mediante i pozzi e hanno dato origine ad aneddoti e leggende ancora vive nell’immaginario napoletano come quella dei “monacielli”.
Spiriti benevoli o maligni, i “monacielli” (che si occupavano più della padrona di casa che della rete idrica), usavano poi le vie sotterranee che conoscevano bene, per sparire o apparire, sotto il mantello da lavoro che, nella penombra, somigliava appunto al saio di un monaco.