Scrittori latinoamericani: una strana combriccola. Alcuni scrittori latinoamericani letti in Italia grazie alla casa editrice Sur.
Scrittori latinoamericani, la strana combriccola che, grazie all’egregio lavoro della casa editrice Sur,è possibile leggere in Italia.
Ecco una breve selezione di quei titoli che più ci hanno incuriosito ed un romanzo, Kentuki, che invece abbiamo già consigliato e letto con il Gdl qualche tempo fa.
1.Un bicchiere di rabbia di Raduan Nassar
In una casa isolata, nel bel mezzo della campagna brasiliana, assistiamo alla scena di un uomo che rientra dopo una giornata di lavoro e trova la compagna ad aspettarlo sul prato. All’istante la narrazione ci catapulta nella loro relazione, fatta soprattutto di silenzi: in un gioco erotico che prevede poche parole, finta indifferenza e lunghi sguardi che accrescono il desiderio, questa coppia è tanto in sintonia nell’intimità quanto profondamente in crisi nella vita quotidiana. Le divergenze ideologiche – lui rigido «fascista», lei sessantottina progressista – sfociano ben presto in una violenta sfuriata e la donna, sconvolta, se ne va. Riuscirà a dimenticare l’umiliazione e a tornare dall’uomo di cui non può fare a meno?
A tal proposito è la stessa casa editrice a fare presente che “Raduan Nassar esplora i confini tra desiderio e violenza, dominio e sottomissione, disprezzo ed esaltazione di sé e, indagando le zone d’ombra dell’animo umano, dà vita a un protagonista maschile detestabile e irresistibile al tempo stesso. Pubblicato per la prima volta nel 1978, Un bicchiere di rabbia, che riproponiamo in questa edizione con una postfazione di Matteo Nucci, è l’opera che ha consacrato Raduan Nassar tra i classici brasiliani del Novecento”.
2. Anatomia sensibile di Andrés Neuman
Che cos’è “Anatomia sensibile”?
L’opera di Andrés Neuman “è una mappa letteraria che celebra il corpo in tutte le sue forme e un tributo alla bellezza non convenzionale scritto nella forma di un viaggio poetico, politico ed erotico alla scoperta di ciò che siamo veramente. Un libro che racconta come vediamo noi stessi e come ci guardiamo attraverso gli occhi degli altri, proponendo un ideale estetico dissacrante e inclusivo che mira a scardinare i pregiudizi di genere e sull’apparenza”.
Un tema, quello del corpo e della percezione che si ha di esso dentro e fuori di noi, con il nostro e quello altrui, è sempre più preponderante, non solo nel panorama letterario contemporaneo internazionale ma anche in quello artistico. Ne sono la prova opere letterarie come quella di Neuman o il volume di Maura Gancitano “Specchio delle mie brame” oppure ancora mostre d’arte come “Corpus Domini – Dal corpo glorioso alle rovine dell’anima, a Palazzo Reale di Milano, nella quale la curatrice Francesca Alfano Miglietti indaga con maestria sull’uso e l’abuso del corpo nell’arte.
3. Melma rosa di Fernanda Trías
Scritto prima della pandemia, il romanzo racconta al lettore di “una città portuale devastata da una peste misteriosa ed una donna che tenta di capire perché il suo mondo sta crollando. Un vento tossico avvelena le strade e costringe a chiudersi in casa o a fuggire, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l’unico alimento reperibile, ma c’è dell’altro: il collasso di tutti i suoi legami affettivi, l’incertezza, il peso dei ricordi. Mentre mette insieme i risparmi con l’idea di partire per il Brasile, la protagonista si muove fra la madre, a cui da sempre la lega un rapporto fortissimo ma conflittuale; Max, l’amore che non riesce a dimenticare, ora ricoverato dopo il contagio; e Mauro, il ragazzino di cui si prende cura, afflitto da una fame insaziabile. Partire equivale a salvarsi, eppure farlo senza di loro è impossibile”.
Una domanda sembra aleggiare sull’intero testo: l’unica cosa che conta quando si è sull’orlo dell’abisso cos’è?
4. Le cattive di Camila Sosa Villada
Camila non ha ancora vent’anni quando si affaccia per la prima volta sulla zona più buia del Parco Sarmiento. Camila è una donna che ama, soffre, lotta. Camila è Cristian, un bambino che si prova di nascosto i vestiti della madre, i rossetti, gli orecchini, e trema alle sfuriate del padre. Camila è destinata a fare la puttana, a morire buttata in un fosso, così le hanno detto, così le hanno augurato.
Questa è la storia di Camila e del gruppo di donne trans che diventerà la sua famiglia: c’è La Zia Encarna, madre protettrice con i seni gonfi di olio motore, c’è María la Muta, che sogna di volare, c’è La Machi, capace di curare ogni male. Ci sono le notti senza fine, le botte dei clienti, gli insulti, le fughe dalla polizia. C’è la scoperta di sentirsi diversi, il rifiuto dei genitori, la solitudine, la povertà. C’è un’ironia caustica, c’è tutta la gioia di un’identità finalmente propria e la voglia di vivere di un corpo che rinasce, che fiorisce.
5. Gli anni invisibili di Rodrigo Hasbún
Dopo anni trascorsi senza vedersi né sentirsi, due vecchi amici si ritrovano decisi ad aprire il vaso di Pandora del loro passato in comune. Così, mentre in un bar di Houston bevono un bicchiere dopo l’altro, la mente torna in Bolivia, alla fine del liceo e al tragico marzo di ventun anni prima, fatto di innamoramenti tumultuosi, genitori assenti, sogni e incertezze che in un paio di settimane hanno sconvolto per sempre le loro vite. Li vediamo, ragazzini – tra canzoni urlate a squarciagola, confidenze sussurrate e bevute fuorimisura –, entrare poco a poco in un vortice di eccitazione e violenza che culminerà in una notte impietosa, dalla quale nessuno saprà salvarsi.
Lo scrittore porta in auge una domanda ampiamente affrontata dalla letteratura mondiale: è possibile risalire al momento in cui siamo diventati noi stessi, agli anni invisibili che definiscono per sempre chi siamo?
6. Umami di Laia Jufresa
Nel corso dell’afosa estate di Città del Messico, mentre Ana è intenta ad allestire il suo orticello, scopriamo le storie dei suoi vicini, tra segreti e non detti che solo poco a poco ci permettono di completare il puzzle della narrazione. Chi era davvero mia moglie? Perché mamma se n’è andata? Com’è possibile che una bambina che sapeva nuotare sia affogata? Queste e molte altre sono le domande alle quali i deliziosi personaggi del romanzo tentano di dare risposta tornando, ognuno a modo suo, a interrogare un passato che è ancora più presente che mai.
Nel romanzo d’esordio di Laia Jufresa si incrociano i destini di una ragazzina che sogna di coltivare mais in cortile, un antropologo vedovo, una giovane pittrice che inventa colori, due musicisti, una mamma hippy e un papà contabile.
Sur Edizioni
7. Chi scrive i nostri libri di Julio Cortázar
Con il tono talvolta ironico, talvolta serio e commovente che contraddistingue da sempre la prosa di Cortázar, il lettore si addentra nel suo laboratorio, scoprendo così i retroscena che hanno preceduto la pubblicazione delle sue opere più famose, e assaporando un’editoria fatta di carta, inchiostro e macchina da scrivere, forse non così diversa da quella di oggi…
8. Paradiso di José Lezama Lima
Uscito nel 1966, dopo una gestazione di ben diciassette anni, “Paradiso” è ritenuto il capolavoro dell’autore cubano e una delle opere più innovative della narrativa in lingua spagnola. Accolto con entusiasmo dagli scrittori dell’epoca, il libro fu uno scandalo per la critica ufficiale, che lo considerò ermetico e morboso, soprattutto per le allusioni a relazioni omoerotiche.
9. L’invenzione di Morel di Adolfo Bioy Casares
L’invenzione di Morel è il romanzo più celebre di Adolfo Bioy Casares, uno dei narratori più originali della letteratura latinoamericana del Novecento. Pubblicato nel 1940, questo romanzo visionario narra le avventure di un fuggiasco che, sbarcato su un’isola deserta per evitare la condanna all’ergastolo, scopre di non essere solo come credeva. In bilico tra il terrore di essere identificato e la frustrazione per il desiderio di essere riconosciuto, il protagonista si ritrova sospeso tra realtà e irrealtà e inizia a seguire, osservare e spiare gli altri isolani. Sarà infine il misterioso Morel a fornirgli le chiavi di lettura di un mondo allucinatorio costituito da pura forma.
10. Chi ama, odia di Adolfo Bioy Casares e Silvina Ocampo
Chi ama, odia è l’unico romanzo scritto a quattro mani da due figure imprescindibili nel panorama letterario argentino: Adolfo Bioy Casares e Silvina Ocampo, protagonisti della scena letteraria di Buenos Aires dagli anni Trenta in poi.
Una giovane traduttrice di romanzi gialli viene trovata morta nell’Hotel Central di una località di villeggiatura, Bosque del Mar, mentre l’albergo è completamente isolato a causa di una tempesta di sabbia. Giocando col genere poliziesco e con innumerevoli riferimenti letterari, gli autori costruiscono la classica trama in cui «l’assassino è tra di noi». Mentre un improvvisato investigatore – il medico omeopatico Humberto Huberman – si incarica delle indagini, i sospetti vengono fatti abilmente ricadere ora sull’uno ora sull’altro dei villeggianti.
To be continued sul sito Sur edizioni per scegliere la vostra di selezione personale!