di Mariachiara Leone
L’India attraverso gli occhi di Gregory David Roberts ed il “suo” Shantaram. In fuga per Bombay con Greg. Cosa significa Shantaram?
Certe letture vanno sedimentate prima di poterne scrivere, prima di poterle consigliare, prima di poterne “parlare”.
Questo è il “caso editoriale” di Shantaram e della vita, a dir poco anticonvenzionale, di Gregory David Robers (nel romanzo Greg).
Shantaram non è altro infatti che l’ autobiografia dell’autore (il secondo volume “L’ombra della montagna” ne conclude l’arco narrativo).
Una precisazione è doverosa: Shantaram può essere letto anche come autoconclusivo.
Ovviamente se si è curiosi di proseguire “la conoscenza” dell’autore L’ombra della montagna è una piacevole continuazione non delle vicende contenute in Shantaram ma del “rapporto” che si è creato tra lettore e scrittore.
La “portata” della storia viene chiarita fin da subito dall’incipit del romanzo.
Per cui non c’è alcun bisogno di “esporre” la trama poiché basta leggerne le primissime righe.
“Ho impiegato molto tempo e ho girato quasi tutto il mondo per imparare quello che so dell’amore, del destino e delle scelte che si fanno nella vita. Per capire l’essenziale, però, mi è bastato un istante, mentre mi torturavano legato a un muro. Fra le urla silenziose che mi squarciavano la mente riuscii a comprendere che nonostante i ceppi e la devastazione del mio corpo ero ancora libero: libero di odiare gli uomini che mi stavano torturando oppure di perdonarli. Non sembra granché, me ne rendo conto. Ma quando non hai altro, stretto da una catena che ti morde la carne, una libertà del genere rappresenta un universo sconfinato di possibilità. E la scelta che fai, odio o perdono, può diventare la storia della tua vita”
Questo però non basta a comprendere fino in fondo quale ricchezza ha apportato Gregory David Roberts alla letteratura mondiale.
Già perché a conti fatti cosa vuol dire leggere Shantaram? Cosa significa letteralmente Shantaram e chi è davvero Greg?
Shantaram è stato un lavoro monumentale, faticoso che è costato all’autore lacrime e sangue. Un lavoro svolto: non solo su e contro se stesso ma, soprattutto, fronteggiando le condizioni in cui si trovava a scrivere.
“Ho impiegato tredici lunghi e tormentati anni per scrivere Shantaram. Le prime due bozze del libro- sei anni di lavoro, seicento pagine- sono state distrutte in prigione”
La stesura di Shantaram è infatti avvenuta quando l’autore stava scontando un periodo di detenzione ed il romanzo, inizialmente andato perduto, è stato riscritto sulla base della memoria e della disperazione.
Senza quello sforzo “miracoloso” non avremmo mai potuto leggere quest’opera.
Poiché si tratta di una autobiografia da diverse parti del mondo lo scrittore ha ricevuto domande di ogni sorta ma due sono state quelle che gli venivano poste più spesso: è tutto vero? Karla esiste davvero?
Mettendo da parte le “curiosità dei lettori” e le risposte dello scrittore Shantaram è prima di tutto una esperienza fortissima di “vita tangibile” di Bombay.
Una storia adrenalinica resa ancora più emozionante e “sensoriale” dalla cornice dei luoghi dell’India e delle esperienze nella cultura indiana (anche estrema) fatte da Greg.
Al viaggio “interiore e spirituale” si affianca il viaggio ambiguo, sporco, oscuro, violento della criminalità organizzata indiana (infiltrata anche nel mondo dello spettacolo indiano: Bollywood)
In questo romanzo infatti convive non solo la dualità dell’essere umano (contraddistinta dalle scelte più o meno discutibili di Greg) ma anche la dualità della capitale indiana.
Il lettore si troverà immerso in tradizioni, modi di pensare ed agire fuori dagli schemi culturali occidentali.
La scelta del titolo non fa che ridurre le mille e più pagine del romanzo e sprattutto lo scopo stesso di Gregory David Roberts.
Raccontare cioè come la sua esperienza in India abbia contribuito al “suo” percorso per diventare uno Shantaram: in indi uomo di pace.
Controverso, criticato, questo romanzo (ed il suo autore) ha diviso critica e lettori di tutto il mondo.
Gregory David Roberts, da qualsiasi punto di vista lo si guardi, qualsiasi sia l’opinione personale che ci si fa, ha avuto la capacità di spingersi al limite delle esperienze umane e sopravvivere per poterle raccontare.
Forse al mondo “basta ed avanza ” un Gregory David Roberts ma quale sarebbe stato il danno della sua “non esistenza”? Beh, per cominciare non sarebbe esistito Shantaram!